"Pomposa rappresentazione del privilegio". Il flop della serie di Harry

La serie Netflix Polo, creata dal duca di Sussex, è uscita da pochi giorni e sta già raccogliendo molte critiche negative

"Pomposa rappresentazione del privilegio". Il flop della serie di Harry

Le aspettative verso Polo, la serie in cinque episodi di Netflix ideata dal principe Harry, erano molto alte. Con questo lavoro i Sussex dovevano dimostrare di saper camminare da soli tra le strade luminose ma talvolta impervie di Hollywood. Era il momento di brillare oltre la royal family. Sembra, invece, che l’attesa non sia stata ripagata. Il documentario è stato sommerso dalle critiche: molti lo ritengono un prodotto “borioso”, creato a uso e consumo delle élite. Nulla di creativo, né di originale, nessuna prospettiva innovativa. Al flop si aggiunge il mistero riguardante il programma di cucina voluto da Meghan. Il pubblico si chiede dove sia finito e quando verrà mandato in onda. C’è persino chi ipotizza che non vedrà mai la luce.

Un gioco “dinamico” e una serie “noiosa”

“Polo è una nuova docuserie che segue i giocatori più in vista a livello globale e offre uno sguardo esclusivo sul dietro le quinte del dinamico mondo dello sport…”, dichiarò trionfante Netflix, lo scorso 9 settembre 2024, presentando il nuovo lavoro del principe Harry. L’annuncio arrivò novanta minuti dopo il messaggio attraverso cui Kate Middleton aveva espresso il suo sollievo per la fine della chemioterapia. Un tempismo sospetto, secondo alcuni, che diede adito a una marea di polemiche. Non proprio il modo migliore per comunicare al pubblico l’imminente uscita della serie. I giornali aveva già iniziato a parlare di “Polo” nell’aprile 2024. I toni sembravano entusiasti. Deadline, per esempio, scrisse: “[La docuserie] offrirà agli spettatori un accesso senza precedenti al mondo del polo professionale…Alzerà il sipario sulla grinta e la passione dello sport, catturando [tutto ciò che riguarda] i giocatori e ciò che serve per competere al livello più alto”. Un successo annunciato, almeno in teoria. Le cose, infatti, sarebbero andate in maniera diversa. La critica più gentile che il programma ha ricevuto dai media è stata un semplice, fatale “noioso”.

Il bacio dei Sussex non basta

Nel documentario Harry e Meghan fanno una brevissima apparizione: lo scorso aprile, infatti, la coppia ha preso parte al Sentebale Polo Classic di Wellington (Florida). Con loro c’era una troupe di Netflix pronta a raccogliere materiale per la docuserie. Sono state inserite le scene in cui la duchessa, a bordo campo, fa il tifo per il marito impegnato nella competizione, il bacio che i due si sono scambiati al momento della consegna del trofeo vinto dal duca e gli istanti durante i quali Harry presenta la moglie al giocatore argentino di polo Cambiaso. Il principe sottolinea il fatto che Meghan parli uno spagnolo fluente. A quel punto interviene la duchessa, raccontando i tempi in cui viveva a Buenos Aires, impegnata in uno stage all’ambasciata statunitense durante l’ultimo anno alla Northwestern University. Nulla di indimenticabile, dicono i più critici.

“Fuori dalla realtà”

Gli utenti di Netflix e i giornali non salvano niente della docuserie di Harry. Sarebbe solo un altro fallimento di una coppia che non avrebbe ancora capito cosa vuole fare da grande, diciamo così. A quanto pare né il contenuto, né la realizzazione avrebbero incontrato i gusti del pubblico. “[Polo] è la prova che i soldi non possono comprare un buon contenuto”, ha dichiarato a Newsweek l’esperto di pubbliche relazioni e presidente della Reputation Management Consultants Eric Schiffer, riassumendo tutte le pecche del prodotto creato da Harry e il malcontento del pubblico. L’argomento, infatti, non attirerebbe l’interesse delle persone, poiché il polo è considerato uno sport di nicchia. La serie, secondo l’esperto, tratteggia una élite “indifferente, disconnessa dalla realtà, egocentrica”. Il polo sarebbe percepito come il simbolo di un mondo talmente esclusivo e snob da risultare addirittura nauseante. “È la pomposa rappresentazione del privilegio spacciato per un documentario”, ha rincarato la dose Schiffer. “Suona falso”.

La nuova cura per l’insonnia

Oltre al tema della docuserie, bollato come tedioso, Schiffer ha criticato con pungente ironia anche il modo in cui è stata ideata e realizzata: “Potreste vedere una nuova pubblicità, ‘polo, la nuova cura per l’insonnia per voi dal mondo royal. Ne hanno fatto la nuova frontiera dell’inattendibilità. Ciò garantisce che il polo diventi anche meno popolare per la gente comune…Lascia i telespettatori indifferenti. Sembra che [gli autori] abbiano cercato su Google come annoiare a morte gli abbonati Netflix”. Pensare che, stando a quanto riferito a Variety dal produttore Miloš Balać, la serie avrebbe dovuto rendere questo sport “accessibile…anche se non sai niente sul polo” e, di conseguenza, “infrangere lo stereotipo che sia esclusivamente” per una ristretta cerchia di “ricchi” e “famosi”.

“L’umanità” del polo

Il principe non sarebbe stato capace di raccontare la sua passione per il polo. Si sarebbe limitato a presentare in maniera quasi asettica questo sport, senza coinvolgere davvero gli spettatori. Non sarebbe stato in grado di mettersi nei panni delle tante persone che non ne sanno nulla, ma vorrebbero conoscerne la storia e le regole, anche solo per curiosità.“Sfortunatamente questo grande sport”, ha proseguito Schiffer, “…non ha nemmeno una possibilità per prendere vita e mostrare la sua umanità. È un esempio di contenuto raffazzonato, che è coerente con il brand [dei Sussex]…”.

“Involontariamente comico”

Per il Telegraph “Polo” è “una tediosa prospettiva interna” su questo sport, raccontato con “ottusa indulgenza”. Il Guardian sostiene che la serie raggiunga le vette “dell’involontariamente comico” e arriva a definire il polo “lo sport più stupido e insopportabile conosciuto dall’umanità”, mentre il Daily Beast riassume il suo giudizio con una semplice parola, “terribile”. Il tenore delle critiche su giornali, siti e social è questo. Infine sul documentario piomba, pesante come un macigno, la sentenza del critico Stuart Heritage, citato dal New York Post: “Polo è destinato a precipitare…nell’oscurità alla velocità della luce. E giustamente”.

Attenzione ai pregiudizi

Per un attimo lasciamo da parte il documentario del principe Harry. È vero, il polo non è mai stato popolare quanto, per esempio, il calcio. Non a caso è definito “lo sport dei Re”. Ha una storia molto particolare, che lo ha distanziato da molti altri giochi di squadra. Tuttavia occorre fare attenzione a non utilizzare l’alibi dello sport elitario per giustificare e, magari, alimentare il disinteresse del pubblico nei confronti del polo, perché così rischiamo di creare un pregiudizio. Il fatto che sia un’attività sportiva per pochi non significa che non sia degno di una più ampia attenzione mediatica e di pubblico. Il problema è trovare un punto di vista originale che riesca a far appassionare anche chi non può permettersi di giocare a polo. Portare avanti il progetto avendo ben chiaro lo scopo, ovvero: perché raccontare il polo? Cosa avrebbero bisogno di sapere le persone? Come presentare la serie al pubblico in maniera da catturarne l’attenzione, facendo dimenticare, almeno per il tempo di un episodio, che l’argomento è uno sport dispendioso? Forse i collaboratori di Harry si sono posti queste domande, ma il vero dubbio è: lo ha fatto anche il principe?

Bilanci di fine anno

Le cose non sembrano mettersi benissimo per Harry e Meghan, almeno sul fronte Netflix. Facciamo un rapido riepilogo: nel maggio 2022 i giornali riportarono la notizia della cancellazione, ben prima della messa in onda, della serie dedicata alle donne “Pearl”, di cui Meghan Markle doveva essere produttrice esecutiva. Tra i motivi vi sarebbe stata una riduzione dei costi in conseguenza del drastico calo di abbonamenti al colosso delle streaming. Nello stesso anno i duchi lanciarono la serie Live To Lead, incentrata sulle storie capaci di ispirare, ma non lasciarono il segno. Alla fine del 2022 su Netflix arrivò “Harry & Meghan”, docuserie sulla coppia che fece scalpore per le rivelazioni sulla royal family, ma dal punto di vista creativo non fu indimenticabile. Nel 2023 la piattaforma lanciò "Heart of Invictus", basato sulla storia degli Invictus Games, ma neanche questo attirò il grande pubblico. Ora arriva il flop di “Polo”. I Sussex sono, quindi, “condannati” ad avere visibilità solo quando parlano della royal family, come fossero un disco rotto? Se è così non li attende un roseo destino.

Dov’è finito il programma di cucina di Meghan?

I media sperano in un riscatto attraverso lo show culinario di Meghan, annunciato lo scorso aprile, insieme a quello di Harry. Il programma vuole “celebrare le gioie della cucina, del giardinaggio, dell’intrattenimento e dell’amicizia”, scrisse Deadline. Solo che da mesi, ormai, ne abbiamo perso le tracce. Non c’è nemmeno una data. Un insider ha dichiarato al Daily Mail che “lo show potrebbe non vedere mai la luce”, ma non è chiara la ragione.

La fonte, però, ha specificato:“[Sarà] cruciale” per il futuro dei duchi nell’universo Netflix, soprattutto perché il loro contratto con la piattaforma dovrebbe scadere nel 2025 . “Non ci sarà un altro accordo”.

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