Putti, bigiotteria, foto autografe: ecco cosa rimane del patrimonio della Lollobrigida

Ciò che resta del patrimonio di Gina Lollobrigida è stato censito dal notaio, che cura il testamento della diva. Beni di "modesto valore" per un totale di circa 600mila euro

Putti, bigiotteria, foto autografe: ecco cosa rimane del patrimonio della Lollobrigida

Seicentomila euro, è quello che rimane dell'ingente patrimonio di Gina Lollobrigida. Il notaio Vittorio Occorsio, esecutore testamentario dell'attrice, ha censito i beni residui che, dal giorno della morte della diva, si trovano nella villa sull'Appia Antica. Un lavoro durato due mesi, che è riuscito nell'intento di stabilire materialmente a quanto ammonta l'eredità, che la Lollobrigida ha lasciato al figlio, Andrea Milko Skofic, e al suo factotum, Andrea Piazzolla. Non prima, però, di avere saldato i debiti della Bersagliera, stimati oltre 300mila euro. Il censimento è stato inviato alla procedura concorsuale di liquidazione, che precede il pagamento dei creditori e ciò che resta sarà diviso equamente tra il figlio e l'assistente personale della diva.

Il patrimonio sparito

Seicentomila euro. È ciò che rimane di un patrimonio che, secondo Andrea Milko Skofic, sarebbe stato depredato nel tempo da Andrea Piazzolla, assistente personale di Gina Lollobrigida e amministratore del suo patrimonio dal 2015. Proprio per questo il factotum è finito al centro di due procedimenti penali, accusato di circonvenzione di incapace. Al vaglio degli inquirenti (che il 7 giugno potrebbero raggiungere un verdetto definitivo), c'è un tesoretto di svariati milioni di euro, che pare si nasconda tra Panama e Monte Carlo. Secondo Milko Skofic e i suoi legali, all'appello mancherebbero circa nove milioni di euro frutto della vendita di alcuni immobili di proprietà dell'attrice, contanti e automobili di lusso.

Il censimento dei beni della Lollobrigida

Come riferisce il Corriere della Sera, dal censimento effettuato dal notaio Occorsio, insieme a esperti e legali, è emerso che nella villa, dove Gina Lollobrigida ha vissuto fino al 15 gennaio scorso, giorno della sua morte, sono rimasti solo beni di modesto valore ad eccezione di una manciata di oggetti. "Putti senza valore, servizi in porcellana superstiti di grandi servizi, prevalentemente Meissen, vasi cache-pot senza valore apprezzabile", si legge nell'inventario. Persino i ventidue dipinti appesi nell'ampio salone e lungo la scalinata che porta al secondo piano della villa sono "di mediocre qualità", spicca solo il presunto olandese Jan Davidsz De Heem, che varrebbe circa 4mila euro. I putti, le icone e le opere di arte orientali disseminate nella casa sono state valutate appena 50mila euro e tra i gioielli - per lo più ninnoli e bigiotteria - spicca solo un anello di "rubino di colore rosso violaceo trattato termicamente, taglio cushion (squadrato, ndr) con inclusioni minori", stimato 1.200 euro.

Tutti cimeli e ricordi che gli antiquari potrebbero trovare di poco interesse, ma per i quali i collezionisti, invece, potrebbero fare follie. Come la galleria di foto incorniciate che immortalano Gina Lollobrigida con attori, politici e personaggi famosi, alcune delle quali autografate e poi ancora premi e statuette, riconoscimenti della sua lunga carriera nel mondo del cinema.

E poi tre pellicce, gli abiti da sera indossati per i red carpet, il copione dattiloscritto dello sceneggiato inedito su e con Fidel Castro e il diario newyorkese scritto dall'attrice negli anni '60 ai tempi delle pellicole con Humphrey Bogart, Rock Hudson, Ernest Borgnine. Tutti oggetti censiti come beni di "valore oggettivamente marginale".

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