«Come sempre, che sia gioia o dolore, consegno a voi la mia storia». E assieme alla storia, Tiziano Ferro consegna la «causa». Non c’è miglior manifesto per la battaglia dei diritti Lgbt della «normalità» della famiglia Ferro-Allen travolta dal dolore di un divorzio e dall’apprensione di non riuscire a tutelare i due figli piccoli. Niente di più convincente, ai fini di sdoganare le famiglie monogenitoriali, che vedere Tiziano e il suo ormai ex marito Victor alle prese con ciò che rimane quando non rimane più niente.
Catapultati nella banalità delle storie tradizionali che vanno allo stesso modo da milioni di anni: anche «loro», proprio come «noi», a non avere più qualcosa da dirsi, più nulla di colorato da postare. Anche loro a dismettere la concettualità e a fare i conti con le brutture, con le frasi sbagliate, con il politicamente scorretto che trafigge ogni relazione eterosessuale. Era stato fatto tutto in punta di diritti e correttezza, perché nozze e parti e gravidanze per una coppia omosessuale non sono mai «solo» nozze e parti e gravidanze, ma occasioni per affermare e affermarsi, conquiste doppie, primi traguardi, commozioni costanti. E c’è da capire. Quando era diventato papà di Andres e Margherita (presentati con un post il 28 febbraio 2022), in America, Ferro era andato al Consolato italiano per registrarli all’anagrafe, ma lì non avrebbero contemplato il nome di Victor e allora lui aveva rinunciato. E poi assieme avevano scelto di non svelare nulla sulla genesi dei due piccoli per permettere loro di raccontare ciò che vorranno, una volta cresciuti. Ogni mossa, ogni scelta, ogni tappa nel percorso di affermazione assume un significato più pesante di quello che assume nelle famiglie «banali», abituate ad affrontare gli stessi eventi da secoli. Eppure quest’ondata di dolore imprevisto, questa deviazione inaspettata dalle stories di Instagram, questa brusca interruzione del baby shower perenne, ha reso evidente che la «loro» famiglia è proprio come la «nostra» famiglia.
Un divorzio che nessuno avrebbe augurato al talentuosissimo, generoso Tiziano, ha fatto, se non altro, più di mille battaglie di parità, più di mille manifesti sull’inclusione.
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