Il vero "re dei paparazzi" fa 80 anni (diffidate dalle imitazioni...)

Rino Barillari nella sua lunga carriera è stato capace di passare dalla rassicurante Dolce Vita ai pericolosi Anni di piombo, da Fellini al sequestro Moro in un battito di clic

Il vero "re dei paparazzi" fa 80 anni (diffidate dalle imitazioni...)
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In Italia circolano due «Re dei paparazzi». Uno vero, che domani compie 80 anni, la maggior parte passati nel carpe diem dei flash da copertina. E uno falso - del resto, lui stesso ha ammesso: «Mai scattata una foto in vita mia...» -, che di anni ne ha 50, molti trascorsi pericolosamente fra scandali, processi e San Vittore. Il paparazzo vero è Rino Barillari; quello falso si chiama Fabrizio. Rino ha da sempre il suo territorio di caccia a Roma (zona Via Veneto), Fabrizio predilige Milano (zona Palazzo di Giustizia). Mentre Barillari è un pezzo di antiquariato che evita i tarli grazie alla crema restaurante del vintage, Corona (questo il cognome di suddetto “Fabrizio”, ma si era capito...) è un accessorio di modernariato, di quelli però che trovi nelle case che ambiscono ad arredi pop, ma poi ripiegano sul mobilio pulp. E con i paragoni la piantiamo qui, visto che domani sarà il compleanno di Barillari e non di Corona (che le 51 candeline le spegnerà il 29 marzo, e gli facciamo gli auguri in anticipo).

Cosa dire per immortalare «The King» Barillari? Uno capace di passare dalla Dolce vita agli Anni di piombo, da Fellini al sequestro Moro in un battito di clic. Ci vorrebbe un libro (fotografico, ovviamente), e infatti gliene hanno già dedicati parecchi. Antologie di suoi scatti celebri ce ne sono a bizzeffe: un paparazzo versatile, Rino, capace di scoop rosa, neri ma pure di tutti gli altri colori dell’arcobaleno del fotoreporter di razza «bastarda» (nel senso migliore, e peggiore, del termine).

Ma ricordare per l'ennesima volta le istantanee che hanno reso Barillari un’icona dell’obiettivo, non entusiasmerebbe neppure lui: calabrese ottuagenario che - ancora oggi, in splendida forma - si arma ogni mattina («Tarda mattina, perché la sera faccio le ore piccole...») di macchina fotografica per dare battaglia all’attualità delle notti romane. L’ultimo cazzotto l’ha preso nel 2024 da quel gran signore di Gerard Depardieu, col «pregio» magari di rivivere per un attimo i vecchi fasti, quando Hollywood in trasferta nella Città Eterna lo amava o lo odiava. Bazzecole per uno che ha schivato pallottole dei terroristi e coltellate degli ultras all’Olimpico.



«Ho visto morire amici e più volte ho rischiato anch’io rimetterci la pelle», ci confessò Rino in una pirotecnica intervista al «Giornale». E anche domani, alla sua festa, ne avrà di cose da raccontare... Parenti e amici faranno le foto. Col telefonino. Per Barillari un colpo al cuore. Più doloroso del pugno di Depardieu.

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