«Evento pubblico di rilevanza internazionale». Così l’Organizzazione mondiale della Sanità ha definito l’epidemia di febbre suina i cui focolai interessano attualmente il Messico e, sia pur marginalmente, gli Stati Uniti. L’avvertimento lanciato dall’Organizzazione corrisponde al grado 3 della scala di allarme pandemico che va da 1 a 6. A Città del Messico e dintorni più di mille i casi e sembra 68 i morti. Negli Usa otto contagi sicuri in California e Texas, ma venti i casi in cui è stata acclarata la presenza del micidiale virus H1N1. Otto gli studenti della scuola St. Francis Preparatory School del Queens, New York, «risultati positivi a sintomi simili a quelli della febbre suina», secondo quanto reso noto da Thomas Frieden del dipartimento di Salute della città di New York, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dal canale televisivo Fox News. E, intanto, si vedono già i primi segni di una psicosi di massa: in un liceo di New York decine di allievi sono stati messi sotto osservazione con sintomi influenzali e febbre, anche se si pensa a un normale virus di fine stagione.
Il potenziale pandemico di questa infezione (un mix di virus suini, umani e aviari) è dimostrato dal fatto che, a differenza dell’influenza aviaria, si trasmette da uomo a uomo e senza bisogno di contatti diretti. La situazione è però in rapida evoluzione, e gli esperti ammettono di avere conoscenze incomplete. Ieri sera però il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie ha ammesso che la diffusione del nuovo virus non può più essere contenuta. A Città del Messico e nel suo Stato le scuole sono state chiuse e molti eventi pubblici cancellati: si sono anche giocate a porte chiuse alcune partite del campionato di calcio. Il presidente Felipe Calderon ha ammesso «la serietà del problema» ma assicurato che sono disponibili dosi sufficienti di farmaci antivirali. Il ministro della Salute, José Angel Cordova, intervenuto alla televisione, ha invitato a evitare i luoghi affollati e a indossare mascherine che il governo sta distribuendo. Consigliate alcune precauzioni: lavarsi spesso le mani, evitare di sputare, tossire e starnutire in pubblico, così come di toccarsi con le mani la bocca, il naso e gli occhi. Cordova ha spiegato che nelle ultime ore non ci sono stati altri morti. La normale vaccinazione antinfluenzale, ha detto, non garantisce copertura contro questa forma virale. E non esiste attualmente alcun vaccino specifico.
C’è infine una notizia (da prendere con cautela) sui potenziali contagiati che riguarda nientemeno che il presidente degli Stati Uniti. I primi casi di influenza suina si sono infatti registrati in Messico il 13 aprile. Il 16 Barack Obama ha incontrato durante la sua visita a Città del Messico il noto archeologo Felipe Solis che, secondo il giornale Reforma, è morto il giorno dopo con sintomi influenzali: ma nessuno sa dire di quale influenza si trattasse.
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