da Milano
La Borsa ha accolto con distacco il piano industriale Fiat. In assenza di annunci clamorosi, come del resto era previsto, il titolo ha innestato la retromarcia dopo la volata di martedì. Lazione Fiat ha così segnato un calo vicino all1% chiudendo a 7,11 euro. Come nel suo stile, Sergio Marchionne ha presentato a Palazzo Chigi un piano basato sui fatti con lavvertimento, però, che «in tutte le fasi di risanamento bisogna attraversare una fase che non è piacevole», riferendosi alla conferma dellutilizzo fino al 2008 della cassa integrazione. Marchionne ha chiesto anche un sostegno al governo, rappresentato ieri dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta, e dai ministri Domenico Siniscalco (Economia), Claudio Scajola (Attività produttive), Altero Matteoli (Ambiente), Letizia Moratti (Istruzione), Giorgio La Malfa (Politiche comunitarie) ed Enrico la Loggia (Affari regionali). È sulla ricerca e sviluppo del Lingotto, a cui la Fiat ha destinato 7,5 miliardi, che il governo, per Marchionne, «dovrà fare la sua parte». A Palazzo Chigi, comunque, sembra che un corposo programma di sostegno allinnovazione del gruppo sia già pronto. «Interessante», è stato il commento di Letta alla relazione di Marchionne, mentre sia La Loggia sia Gianfranco Micciché, ministro per la Coesione territoriale, hanno usato toni duri per esprimere la loro preoccupazione per le incertezze legate a Termini Imerese. Dai sindacati il giudizio al piano è stato nel complesso positivo.
La richiesta dei rappresentanti dei lavoratori riguarda ora lavvio di un confronto con lazienda da settembre.
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