La Philosophy italiana reinventa l’America

Alberta Ferretti, Malo, Zegna: gli abiti dei nostri stilisti trionfano alle sfilate di New York. E Diane von Furstenberg si ispira a Capri

da New York

«L’arte è una garanzia di sanità, necessaria alla vita stessa» dice Louise Bourgeois, la grande artista 96enne celebrata quest’anno a Venezia tanto dalla Biennale quanto dalla mostra Artempo-Where Time Becomes Art di Palazzo Fortuny. «L’arte contemporanea ti fa capire come tutto sia possibile e questo per la moda significa osare trattamenti e soluzioni di altissima creatività» sostiene Alberta Ferretti che per la sua stupenda collezione Philosophy presentata ieri a New York si è ispirata al lavoro della Bourgeois sulle righe e gli assemblaggi di materiali diversi in una sorta di armadio della memoria.
Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, i due giovani stilisti che con mano felice da tre stagioni disegnano Malo, hanno invece guardato alle opere di Jeremiah Goodman, un interior decorator americano degli anni Cinquanta che utilizzava tecniche pittoriche impressioniste per confezionare sotto forma di quadro i suoi progetti. La collezione Malo che ha sfilato ieri nella New York Public Library era nel suo piccolo un capolavoro con arditi passaggi dalle stanze di Goodman all’Oriente millenario. Dunque le migliori collezioni viste finora sulle passerelle statunitensi sono italiane al cento per cento e strettamente connesse alle suggestioni artistiche del nostro tempo che a New York sono di casa. Si fa strada così una nuova teoria sulle vere ragioni del crescente successo delle passerelle di Manhattan che in questi giorni hanno ospitato anche la sfilata della linea Z di Zegna solo per uomo come è giusto aspettarsi dal marchio leader indiscusso nell’abbigliamento maschile. Gli americani erano estasiati. «Incredibile» dicevano a ogni uscita dei modelli Malo in seta con una lavorazione a telaio effetto canestro ricamati poi con perle di fiume, radice di rubino, rami di corallo, placche di vetro, madreperla o turchese. Un’autentica prova di forza per un marchio specializzato nel cashmere d’alta gamma.
Altrettanto fenomenale il lavoro della Ferretti sui deliziosi capi Philosophy con sapienti mix di righe, paillettes, placche di legno, dischetti metallici e stampe riprese da motivi rinascimentali oppure settecenteschi su juta, cotone e chiffon. Tutto con la forza invincibile di una naturale semplicità e presentato da ragazze destinate a diventare le fashion icon del futuro come Tatiana Santo Domingo (fidanzata di Andrea Casiraghi) o Nina Clemente (la figlia del pittore simbolo della Transavanguardia).
Diane Von Furstenberg ha scelto le più sofisticate modelle sulla piazza per la sua bella collezione ispirata allo stile di chi passa le vacanze tra Capri e Moustique divertendosi a mescolare i disegni Maori con i gioielli di famiglia. Noiosa da morire, purtroppo, la collezione di Narciso Rodriguez. Certo è dura far qualcosa di nuovo nella moda maschile. Perfino il giovane esploratore da città disegnato da Alessandro Sartori per Z di Zegna aveva qualcosa di sbagliato.

I bermudoni abbinati al doppiopetto, oppure le braghe strettissime tagliate poco dopo il ginocchio sotto ai giacconi tecnologici, sulla passerella di Prada hanno un senso, mentre su quella di un marchio del Gruppo Zegna sembrano un po’ troppo.

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