Paola Fucilieri
È vero: nella maggior parte dei casi le infrazioni accertate si riferiscono al mancato rispetto dell'orario e del giorno di chiusura. Sta di fatto però che, nel giro di dieci mesi, la polizia annonaria ha controllato le circa 70 macellerie islamiche milanesi, rilevando 77 infrazioni. Più grave la situazione in uno dei «simulacri» della criminalità straniera, attività spesso, solo apparentemente legali dietro le quali, purtroppo se ne nascondono altre illecite, cioè i phone center che a Milano sono circa 450: nonostante a marzo sia stata approvata la Legge regionale sulle norme per l'insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa, negli ultimi 7 mesi, durante i 280 controlli effettuati i ghisa hanno accertato oltre 350 violazioni.
Nei casi (17) di mancata etichettatura delle carni bovine e dell'inosservanza delle norme igienico-sanitarie (15) nelle macellerie gli agenti segnalano le irregolarità alla Asl affinché vengano presi gli opportuni provvedimenti di sospensione della licenza.
Nei phone center la polizia municipale sta tuttora svolgendo una serie di controlli mirati (spesso dietro segnalazione dei cittadini) che hanno già portato a rilevare numerose infrazioni anche sotto il profilo della pubblica sicurezza.
«Sia i phone-center che le macellerie islamiche possono diventare luogo di aggregazione e creare disagi alla cittadinanza per il prolungamento oltre misura degli orari di apertura dell'esercizio. - fa notare il vicesindaco Riccardo De Corato - Per una maggiore percezione della sicurezza nei quartieri è necessario che si rispettino le regole e per questo è necessario che i vigili continuino nei loro controlli».
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