Più che a Cagliari il Milan gioca in infermeria

Ancelotti ha perso anche Kakà; nel suo ruolo schierato Seedorf alle spalle di Oliveira e Gilardino. In campo anche Gourcuff

nostro inviato a Cagliari
La difesa non è male: Dida in porta, Cafu, Costacurta, Nesta, Favalli i quattro in linea. Il centrocampo di tutto rispetto: Gattuso, Ambrosini e Serginho. Sull’attacco c’è qualche casella vuota (solo Kakà fa parte dell’elenco) e con i chiari di luna del reparto (Inzaghi e Gilardino non segnano da una vita, Oliveira si è svegliato a Brescia in coppa Italia) perderne qualcuno per strada non sarebbe poi una tragedia. L’incompleta formazione appena messa insieme da ribattezzare «crocerossonera» è il segno dei tormenti vissuti a Milanello dove, assieme al calendario delle prossime sfide, c’è la sequenza dei prossimi interventi chirurgici: lunedì Nesta, martedì Serginho e mercoledì magari Dida, così da smentire nuovamente i pronostici di Meesserman, chiropratico di fama europea ma bisognoso di avere al suo fianco un traumatologo con esperienza calcistica per gestire l’emergenza e il futuro senza altri infortuni. L’ultima stilettata è appunto Kakà, fermato da un dolore all’arco plantare destro. «Speriamo non si debba operare» è la battuta, feroce, in voga a Milanello, segno tangibile di un problema da risolvere in modo adeguato senza smantellare quel tesoro che si chiama Milanlab e che riguarda la preparazione.
«Kakà è il miglior calciatore al mondo» sostiene Ancelotti e forse provare a cavarsela, a Cagliari, oggi, senza il fuoriclasse di San Paolo, è l’ultima delle difficoltà che il Milan deve superare in questo periodo nero. Kakà è recuperabile, con Cafu e Ambrosini, dal prossimo mercoledì continentale ma con la qualificazione in tasca non è un gran sollievo. Più importante è riuscire a rivedere la luce in fondo al tunnel del campionato, a Cagliari, al cospetto di tre contropiedisti (Suazo, Esposito e Langella) che non fanno al caso di capitan Maldini e Kaladze, uno dei pochi a recuperare. Chi sta bruciando le tappe è Gattuso, destinato addirittura a rimettere piede a San Siro prima della fine dell’anno. Di sicuro è durante i primi giorni di gennaio (dal 2 al 10) che il Milan avrà il tempo per preparare la riscossa. Il piano predisposto prevede persino un trasferimento al caldo (puntata alle Canarie) per lavorare al meglio, un blitz a San Siro per giocare il trofeo Luigi Berlusconi (sera del 6 gennaio). Come si capisce al volo, l’intento è chiudere l’anno orribile 2006 al più presto senza altri danni. Ieri pomeriggio, tanto per cambiare, il Milan è rimasto fermo due ore in attesa del cambio dell’aereo col quale doveva partire alla volta di Cagliari: un guasto ai motori ha reso indispensabile, da parte della compagnia, l’arrivo di un nuovo vettore. «È il minimo che ci possa capitare» è la frase di Adriano Galliani, vice-presidente esecutivo rimasto sintonizzato con la manifestazione romana della Cdl per ingannare l’attesa.

A Cagliari, senza Kakà, scontate le scelte di Ancelotti: Seedorf ne incarnerà il ruolo con davanti Oliveira e Gilardino, Gourcuff troverà posto a centrocampo. E sarà forse il talento cui chiedere qualche prodigio per uscire vivi dal Sant’Elia.

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