Incanta Ornella, come sempre. Svolazza sul palco a piedi nudi, gioca con i lembi di un vestito rosso fuoco, mentre canta. Un abito per ogni parte dello spettacolo e per ogni tappa della sua carriera. Aprono il concerto, domani sera al teatro Metropolitan di Catania i pezzi dell'ultimo album «Più di me» - pubblicato lo scorso 17 ottobre da Sony Music, doppio disco di platino con oltre 170.000 copie vendute - che dà anche il nome al tour. La Signora della canzone italiana è accompagnata sul palco da Michele Ascolese alla chitarra, Roberto Testa alla batteria, Edu Hebling (contrabbassista e bassista), Paolo Jannacci (fisarmonicista e pianista) e Salvo Correri (sequenze e chitarre).
C'è sempre spazio per le incursioni di Brassen, o meglio di De André come «Attenti al gorilla», ma anche per «La vita che mi merito» scritta per lei da Renato Zero e «Buona vita», che dedica a tutti i bambini del mondo che canta con sua nipote. Si racconta Ornella sul palco dello Smeraldo: «dedico questa canzone al bambino che è in noi perché in fondo noi siamo dei bambini grandi, cresciuti. A un certo punto nella vita però è giusto lasciarlo emergere il lato infantile di tutti. Anche perché gli adulti sono così noiosi». A 74 anni e 50 di onorata carriera, Ornella torna bambina, abbatte i muri e si racconta a tutto tondo, non senza una qualche ironia, regalando a un teatro in estasi, un suo ricordo di guerra: «Tante donne sognano il principe azzurro, che arrivi a cavallo e le porti via. Io no, sogno un cappotto grigio, con un grande bavero, di lana spessa, insomma, decisamente fuori moda». Quell'uomo è suo padre che la proteggeva da piccola dalle schegge della bombe in una Milano sotto assedio. Ed è stata proprio la tappa milanese a mettere in agitazione la Signora della musica italiana, appunto, che racconta: «Non ho dormito molto stanotte, non so perché ma l'idea di suonare a Milano mi metteva agitazione e continuavo a dirmi, ma non ce n'è motivo, hai fatto tanti concerti... eppure Milano mi mette una certa agitazione...». Milano, la sua Milano, quella che l'ha vista nascere, artisticamente, sul palcoscenico di Giorgio Strehler e a cui dedica «Ma mì», canzone della mala con cui esordì come cantante.
Cambio di scena, come una vera star Ornella si sfila il tailleur nero e torna sul palco con un morbido vestito rosso fuoco, in bilico su tacchi vertiginosi.
Si toglie i tacchi, «tacco 13» precisa, «che sembro una sciatrice in caduta libera», e via, si danza.
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