Era il 1966 quando, sullo schermo dei primi Tv color, andava in onda la prima missione dell'astronave Uss Enterprise e del suo equipaggio, impegnati a esplorare l'universo per scoprire nuove forme di vita. Bastava una sigla, l'immagine di un cielo stellato e una voce impostata: «Spazio, ultima frontiera».
In quell'istante chiunque davanti al teleschermo si sentiva trasportato nella plancia di quell'astronave, parte integrante di Star Trek. Un gruppo multiculturale e multiplanetario, condivideva gli spazi ristretti di una nave spaziale, affrontando coraggiosamente temi sempre attuali come il pregiudizio e la collaborazione, la guerra e il pacifismo.
Sono passati cinquantasette anni da allora, la serie originale creata da Gene Roddenberry ha ispirato un intero franchise composto da numerosi spin-off, film e libri.
A Hollywood, la città delle stelle, si è tenuta le première mondiale della terza e ultima stagione di Star Trek: Picard. La serie in onda su Paramount+ racconta le avventure del mitico capitano interpretato da Patrick Stewart. L'attore ottantaduenne, che nel 2020 ha ripreso il ruolo che aveva interpretato dal 1987 al 1994 in Star Trek: Next Generation, sul red carpet è raggiante: «Per me questo è ancora un sogno, lo è sempre stato. La soddisfazione che provo nell'essere ancora qui è infinita, perché negli anni ho imparato che l'impatto che Star Trek ha avuto ed ha ancora sui giovani è enorme. Mi riferisco in particolare a chi ha finito le scuole e ora magari sta cercando qualcosa da fare nella vita. È bello sapere che siamo un esempio e un'ispirazione per molti di loro».
Chiediamo cosa possiamo imparare da Star Trek: «I concetti sono molteplici, ma ci sono due messaggi fondamentali: siate generosi e lavorate per il futuro». Cosa ha significato la serie Picard? «Sarò sincero, all'inizio non ero sicuro di voler partecipare, pensavo che il mio Jean-Luc Picard avesse già detto e fatto tutto - racconta l'attore - Poi ho parlato con Alex Kurtzman, Michael Chabon e gli altri creatori, che mi hanno spiegato quali fossero le loro intenzioni. Ci ho pensato e gradualmente mi sono convinto che questa sarebbe stata una bella avventura. Ho accettato e devo dire che ora, che siamo arrivati alla fine di questo percorso, sono profondamente orgoglioso di quello che abbiamo fatto e di quello che Picard è diventato». Infine qualche anticipazione: «Non volevo che lo show fosse solo sentimentale, del tipo: ci amiamo tutti, ed eccoci di nuovo qui a giocare a poker, alzare i bicchieri al cielo e così via. Picard ora non è lo stesso che tanti ricordano. È diventato ammiraglio ma si è ritirato dalla scena, si è chiuso in sé stesso e non si aspetta di dover tornare al comando di una nave. Arriverà però un disperato messaggio dalla Dottoressa Crusher, che lo costringerà a rivedere i suoi piani. Quello che gli sceneggiatori e i produttori hanno fatto con questa ultima stagione, è mostrare questo individuo in modo diverso, in un mondo a cui non siamo abituati. Lontano anni luce dal Picard di Star Trek: The Next Generation. Una nuova incredibile impresa lo aspetta».
Insieme all'attore britannico, sul tappeto rosso c'erano tanti veterani dello show Next Generation, che vedremo tornare in questa epica stagione finale. Come Gates McFadden, che torna nel ruolo della Dottoressa Beverly Crusher, Michael Dorn che veste di nuovo i panni del Klingon Worf e Jonathan Frakes, che rivedremo con i gradi del primo ufficiale Will Riker.
«Trentasei anni fa sono andato a fare un provino e mi hanno preso per un lavoro da attore ricorda Frakes, il cui personaggio viene amichevolmente chiamato Number One da Picard Non avevo idea che in quel momento la mia vita stesse cambiando per sempre. Sarò eternamente grato a questo show. Ogni volta che andiamo a una convention, c'è qualcuno che viene da noi per dirci che lo abbiamo ispirato a diventare ingegnere o astronauta. Altri ci confidano che gli unici momenti di serenità che ricordano con la propria famiglia sono quelli passati a guardare Star Trek. C'è chi ha superato dei traumi grazie a noi. Sono davvero tantissime le cose positive che siamo riusciti a dare al nostro pubblico, è l'eredità più bella che possiamo lasciare».
Ci sono poi le voci riportate da alcuni magazine di settore, secondo cui Stewart non sia del tutto
convinto che la terza sarà veramente l'ultima stagione per Picard. «C'è ancora un grande potenziale e diverse porte che potremmo aprire ha lasciato intendere l'attore ci sono anche porte che non abbiamo ancora chiuso del tutto».
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