Picchetti e cancelli sbarrati: la protesta finisce sotto chiave

Picchetti agli ingressi o, in alternativa, serrature sigillate e cancelli incatenati. Con il povero preside del liceo artistico di Grosseto costretto a chiamare il fabbro per far aprire la scuola. Brutta sorpresa anche all’interno dell’istituto: pareti ricoperte di scritte che «scoraggiavano» i più diligenti a voler partecipare alle lezioni.
Ma ieri, lucchetti a parte, è stata un’altra giornata di «libera uscita» per tutti gli studenti contestatori che il loro nemico - a Milano - l’hanno ribattezzato «Gelminator», rappresentandolo come un cyborg «distruttore della scuola pubblica». Cortei in tutta Italia tra ragazzi a viso coperto, imbrattatori di muri e vetrine, lanciatori di fumogeni e uova. Manifestazioni dalle quali molti giovani si dissociano.
«Pensavamo di aver visto tutto - protestano quelli di Alternativa studentesca -: manichini con l’effigie del ministro Gelmini portati in piazza e danneggiati con le forbici, slogan offensivi, mistificazione della realtà; ma adesso siamo arrivati persino alle minacce di picchetti all’ingresso degli istituti. Le sigle di sinistra stanno portando la protesta su un binario palesemente antidemocratico, pretendono di difendere i diritti degli studenti quando sono loro stessi a violarli con la loro aggressività ideologica».
Anche ieri non sono mancati momenti di tensione tra forze dell’ordine e studenti in lotta. Danni alle scuole, traffico bloccato, attività didattica sospesa da nord a sud.
Torino e Milano okkupate. A Torino varie scuole sono occupate, mentre 2mila studenti del Politecnico si sono riuniti in assemblea. A Milano l’università Statale è stata presidiata da un gruppo di «duri» che hanno sbarrato l’entrata della facoltà di Scienze Politiche.
In Veneto vestiti a lutto. L’ipotesi di interventi delle forze dell’ordine è stata contestata con striscioni anche in consiglio regionale. A Verona e stato decretato il blocco della didattica e a Padova gli studenti di un istituto professionale sono andati a scuola vestiti a lutto.
Muro di libri a Trieste. Gli studenti medi hanno costruito una «scuola di libri», un muro eretto con i libri di testo davanti alla chiesa di San Giacomo.
Lezione in piazza a Bologna. In piazza del Nettuno è stata allestita un’aula a cielo aperto, in occasione del collegamento con la trasmissione Anno zero su Rai Due.
«Zebre» a Firenze. I ragazzi dell’Istituto d’arte di Porta Romana hanno inscenato un «attraversamento pedonale» lungo le strade del centro, mentre su alcuni dei ponti sull’Arno sono apparsi striscioni come «L’università non è in vendita».
Travaglio a Roma. Con lo slogan «Non tagliateci il futuro», alcune centinaia di studenti hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi. Ma la vera guest star del giorno è stato Marco Travaglio, ospite della facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza. A invitarlo è stato il movimento studentesco «Ammazzateci tutti». Agli studenti Travaglio ha «spiegato» che la riforma Gelmini «non esiste». Poi ha aggiunto: «Ci sono solo dei tagli indiscriminati, non è un caso che si sia scelto di tagliare sulla cultura, sulla scuola e sulla ricerca. Un popolo che ragiona è più difficile da tenere a bada. Si tratta di una forma nuova di autoritarismo che cerca di impedire che vengano su generazioni di cittadini che ragionano». Invece di risate, sono piovuti applausi.
Abruzzo e Basilicata in piazza. Docenti e studenti dell’università dell’Aquila hanno inscenato un sit-in di protesta davanti alla prefettura. A Matera, sono scesi in piazza un migliaio di studenti delle medie superiori, mentre a Potenza gli studenti universitari, assieme ad alcuni docenti e ricercatori, si sono riuniti in assemblea nell’Aula Magna.
Puglia e Sicilia in lotta.

A Lecce la facoltà di Scienze Politiche è in assemblea permanente, mentre a Palermo con il sostegno del preside della facoltà di Ingegneria un migliaio di studenti ha assistito a una lezione all’aperto, in piazza Politeama.
La bella giornata di sole ha reso il tutto più gradevole.

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