Pier Silvio Berlusconi, il manager che mescola tradizione e innovazione

Oggi saranno resi noti i risultati economici di Mfe, la holding di Mediaset. E gli analisti si attendono un altro trimestre boom

Pier Silvio Berlusconi, il manager che mescola tradizione e innovazione
00:00 00:00

Oggi è il giorno dei risultati economici sui nove mesi di Mfe-MediaforEurope, la holding di Mediaset. Gli analisti si aspettano un altro trimestre boom. A questo punto si può proprio dirlo, i fatti parlano chiaro: Pier Silvio Berlusconi è un Ceo atipico tra i capitani d'impresa cui siamo abituati in Italia. E forse non solo in Italia. Tanto per fare un confronto significativo, è quasi una sorta di «Marchionne della Tv». Così come l'amministratore delegato Fiat «toccava con mano» anche le cromature delle automobili, allo stesso modo Pier Silvio non si occupa solo di business e finanza ma scende sul campo, si confronta, verifica. Insomma, per quanto possibile, decide, pianifica e supervisiona l'intero palinsesto delle sue televisioni. È tanta roba, nell'epoca dell'algoritmo. E ha un significato particolare proprio perché fonde tradizione e innovazione, lezioni del passato e visioni per il futuro.

In due decenni, Berlusconi ha guidato Mediaset attraverso una serie di trasformazioni cruciali, contribuendo in prima persona al riposizionamento e al successo del gruppo, sia a livello nazionale che internazionale. Tanto per capirci, è stato l'artefice dell'espansione europea di Mediaset, con un focus particolare su Spagna e Germania. Con la fusione di Mediaset España e la scalata di ProSiebenSat fino a sfiorare il 30% del network bavarese, ha gettato le basi per la creazione di un grande broadcaster europeo in grado di competere con i colossi dello streaming globali. Non è poco, anzi.

Non a caso, a ottobre è salito al secondo posto della classifica generale dei top 100 manager con la migliore reputazione online, definita da performance, leadership e competenze manageriali. Ed è saldo al primo posto dei Ceo italiani nel settore Media e Telco, da mesi (Dati Osservatorio Top Manager Reputation). In un contesto italiano sempre più richiuso su se stesso e quindi sempre meno competitivo, senza troppi squilli di tromba è diventato un top manager riconosciuto anche a livello internazionale, quindi. Che gestisce conti e finanza ad altissimi livelli ma che, contemporaneamente, è un vero e proprio «uomo macchina» della Tv. Dopotutto, il mestiere lo conosce bene.

Quando entrò in Mediaset, si concentrò subito su prodotti e palinsesti. Era giovanissimo, e ovviamente qualcuno ironizzò. Ma è stato lui a individuare, acquisire e trasmettere il Grande Fratello, programma che, piaccia o no, ha cambiato la storia della tv, diventando un fenomeno di costume e battezzando un nuovo genere televisivo anche qui da noi in Italia: il «reality». Nella tv, lo sanno tutti, c'è un prima e un dopo il «reality», è una di quelle pietre miliari nella storia di questo media.

Anche oggi Pier Silvio, nonostante un'agenda ormai internazionale, non ha cambiato abitudini: guarda, interviene, consiglia, corregge il tiro giorno dopo giorno sui palinsesti. La tv è stato il suo «imprinting» e resta un «mestiere» che lo appassiona ancora. E così, molte delle ultime mosse strategiche delle tv Mediaset portano la sua firma. Ad esempio, è stata sua la decisione di rilanciare e rinnovare l'«access prime time» di Rete 4: con la Promessa che anticipa 4 di sera di Del Debbio, una programmazione inedita. Sua anche la decisione del «restyling» della fascia mattutina di Rete 4, che è stata improvvisa ma ha riscosso successo. Soprattutto, televisivamente parlando, sono state due mosse che hanno intercettato nuovi segmenti di pubblico.

E gli ascolti sono lì a dimostrarlo. È sempre Pier Silvio che ha deciso di rinnovare il day time di Rete4 o l'access di Italia 1, trasmettendo di seguito due episodi del telefilm NCIS: ascolti record e un'operazione strategica che porta la rete ad essere la terza più vista nel prime time.

Infine, senza fare troppi annunci, Pier Silvio ha compreso prima di tutti il potenziale di un prodotto «pop» (nel vero senso di «popular») come le serie «Made in Istanbul». Decisiva, poi, la decisione di come e dove programmarle strategicamente. Le «dizi», come le chiamano in Turchia, grazie a posizionamenti inaspettati, a volte anche azzardati, si sono trasformate in una vera e propria miniera d'oro: fanno ascolti da capogiro in qualsiasi fascia oraria. Altre televisioni hanno tentato operazioni simili, ma senza lo stesso successo.

In fondo il palinsesto è una materia complicata da maneggiare, soprattutto in un mondo nuovo che ha drasticamente cambiato abitudini e modalità di fruizione. Perciò conta l'esperienza, ma non solo. Conta anche conoscere così bene una «macchina» da poterla spingere con forza verso il futuro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica