Si può urlare per una politica dalle mani pulite e poi appoggiare un candidato sindaco che si fa fotografare con la compagna nella casa di un ente pubblico ottenuta a prezzo stracciato in pieno centro a Milano facendo pesare il tesserino da giornalista? Promettere l’appoggio del partito e poi andare a manifestare da buon agitatore di masse davanti al Pio Albergo Trivulzio che quella casa ha concesso a prezzi scontatissimi?
Si può. Soprattutto se ti chiami Tonino Di Pietro, la coerenza non è mai stata il tuo forte e predicar bene razzolando male è il motto di famiglia. Vedi i pasticci immobiliari dell’esuberante genitore e quelli del figlio Cristiano, consigliere provinciale dell’Italia dei valori a Campobasso e pizzicato in faccende poco chiare d’appalti napoletani.
Ora Di Pietro ha deciso di scendere in campo anche a Milano per appoggiare Giuliano Pisapia, l’avvocato rosso che spinto dall’ultrasinistra ha vinto le primarie e contenderà a Letizia Moratti la poltrona di sindaco. Nulla di male, se Pisapia non fosse stato pizzicato nelle liste dell’Affittopoli ambrosiana. Anzi, per l’esattezza, non fosse stata pizzicata Cinzia Sasso, sua compagna e giornalista di Repubblica che da ben ventidue anni occupa un appartamento di 119 metri quadrati nella centralissima Porta Romana pagando un canone low cost di appena 6.840 euro all’anno. Un bel caso da furbetti del quartierino che ha messo a soqquadro l’armata brancaleone raccolta da Pisapia fra i rottami di una sinistra ormai deflagrata. Con i blog di quell’area che ormai da giorni registrano i malumori di militanti e potenziali elettori ancora convinti che alle promesse che riguardano il futuro, sarebbe meglio preferire i fatti che riguardano passato e presente. Che a promettere (soprattutto in campagna elettorale) siamo capaci tutti, a mantenere un po’ meno.
Ma Di Pietro se ne fa un baffo. E dopo aver costruito la sua fortuna politica sulla richiesta di candidati dal pedigree immacolato, ora appoggia Pisapia che quel curriculum non ce l’ha proprio. Come ha dimostrato gridando al fango mediatico schizzato contro di lui, salvo poi farsi fotografare da Oggi all’americana, in cravatta e camicia al fianco della compagna. Utilizzando come location proprio la casa incriminata, quella affittata sottocosto alla faccia dei nonnini che, invece, devono pagare intera la retta del Trivulzio. Ed è proprio questo nome che ha fatto scattare nell’ex pm il riflesso pavloviano. Trivulzio uguale tangenti, uguale malaffare, uguale televisioni e tanta visibilità mediatica, deve aver pensato Di Pietro tornando giovane. Ripensando ai tempi del «mariuolo» Mario Chiesa con le banconote nello scroscio del water all’alba di Tangentopoli. Peccato che questa volta con le mani in Affittopoli sia stato pescato proprio quel Pisapia che l’Idv sosterrà alle prossime elezioni comunali. Fa niente. Di Pietro, confermano i suoi, domani sarà a Milano. A manifestare davanti al Trivulzio contro le case assegnate a prezzi stracciati ai soliti noti. Il titolo della manifestazione? «Parenti, amici, tangenti». Proprio così, parenti dice il nuovo teatrino dell’assurdo messo in piedi dal vate di Montenero mettendo mano alla sua bisaccia di luoghi comuni. E dimenticando, lo smemorato, che a essere favorita è proprio la compagna del suo candidato sindaco.
Roba da sbellicarsi. Come sabato alla conferenza stampa di presentazione del programma elettorale di Pisapia.
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