Cercasi appiglio, disperatamente. Un appiglio per non perdere terreno, per non perdere voti,proprio ora che i sondaggi,tutti i sondaggi sono concordi nell’indicare Letizia Moratti in netta rimonta. E l’avvocato Giuliano Pisapia, da astuto ed esperto frequentatore delle aule dei tribunali, l’appiglio, a tre giorni dal voto, lo va cercando nell’habitat che gli è più naturale, il Palazzo di giustizia, popolato di tanti amici magistrati. Che dovrebbero, come dire, sponsorizzare, sempre sia possibile, l’ultima sua trovata: una denuncia contro dei presunti teatranti, assoldati ovviamente dal centrodestra per danneggiarlo. In versione Ghostbuster , dunque, Giuliano Pisapia insegue i fantasmi. Li vede ovunque: nei mercati, nelle piazze, sul tetto del suo camper, dietro le tende delle cabine elettorali. E forse riuscirà a scacciarli, dalla sua fervida fantasia, solo dopo il ballottaggio prossimo venturo. Per questo denuncia. Anzi, espone. Nel senso che ieri ha presentato regolare esposto alla Procura di Milano, per porre all’attenzione dell’autorità giudiziaria, tramite il suo legale Erika Daggunagher, «numerosi episodi in cui i protagonisti sono persone travestite da rom che distribuiscono volantini dal contenuto falso e diffamatorio spacciandosi per sostenitori di Pisapia » o, ancora, «ragazzi trasandati che sui mezzi pubblici provocano i passeggeri facendosi sempre passare per supporter». Preoccupato per questi figuranti, che, travestiti da zingari o da persone povere o straniere, si spacciano per persone dei suoi comitati e diffondono volantini che riguardano la sua campagna elettorale è quindi più che comprensibile che l’avvocato Pisapia chieda agli investigatori «l’immediata identificazione dei soggetti per scoprire eventuali organizzatori e mandanti di tale campagna». Già, perché, innegabilmente, trattasi di campagna. Non elettorale, come quella che il candidato del centrosinistra dovrebbe fare, parlando di programmi e progetti, bensì diffamatoria e persecutoria. «È uno sciacallaggio politico che Milano non tollera, è per questo che ho chiesto alla Procura di fare indagini, di individuare le persone e di verificare se ci sono dei mandanti - ha tuonato ieri Pisapia- . Mi arrivano più voci e testimonianze che vi sono gruppi di persone che vanno in giro a infastidire i passanti e dicono di essere del comitato Pisapia: queste sono tutte cose che non hanno nulla a che fare con il confronto elettorale, anche duro. Sono fatti di una gravità incredibile che non possono derivare da una iniziativa personale. C’è una regia dietro queste persone, una strategia che è quella di infangare la mia immagine e, quello che più mi preme, di infangare la coalizione, il mio programma e il futuro di Milano». In buona sostanza, fa capire Pisapia, il Pdl, pur di danneggiarlo, starebbe spendendo fior di quattrini per ingaggiare attori di strada. Ma c’è di più. C’è qualcosa di ancor più preoccupante. Per Milano stanno girando, avverte Pisapia, e lo ringraziamo di questa sua premura, persino finti operai che dicono di prendere le misure per la nuova moschea. La nuova moschea che, l’avvocato tanto amato sia dai radical chic sia dagli antagonisti duri e puri, ha già deciso di fare quando e se sarà sindaco. Questo davvero non è tollerabile, non è pensabile. A meno che non siano tornati, con buona pace di tutti noi, il Mascetti, il Melandri, il Perozzi, il Necchi e il Sassaroli. Massì, i cinque amici, gli indimenticabili e inimitabili Amici miei di Monicelli, specialisti in burle e zingarate. Come quella messinscena studiata ad arte, in cui, appunto, si fingono, guarda caso, tecnici e operai, e, nel centro di un paese, seminano panico tra gli abitanti facendo loro temere l’abbattimento delle case e della chiesa per la costruzione di un’autostrada. O ancora quell’altra gag in cui, vestiti da operai del Comune,e con l’attrezzatura giusta, a Pisa, sconvolgono tutti con l’annuncio di un imminente crollo della torre pendente e iniziano a dirigere affannosamente i lavori di puntellamento, fino all’arrivo della polizia. Vedete quante analogie? Tornando al più nostrano Ghostbuster , l’inchiesta che lui sollecitava è stata aperta dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato ed è stata assegnata al pubblico ministero Armando Spataro, che si sta già occupando di altre denunce relative al ballottaggio, in particolare delle aggressioni (ieri un’altra, a un imprenditore camerunense sostenitore di Pisapia) che avrebbero visto protagonisti e vittime simpatizzanti di Pisapia e del sindaco uscente Letizia Moratti.
Le ipotesi di reato prospettate da Pisapia nell’esposto erano tante e particolarmente suggestive: la diffamazione, l’abuso di credulità popolare, la pubblicazione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, e la sostituzione di persona. Ma i magistrati, persino gli amici magistrati di Pisapia ne hanno cassate già tre su quattro e hanno lasciato, anche se tutta da chiarire la diffamazione. Il Mascetti e i suoi compari se la ridono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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