Tra pizzi e merletti che classe le sorelle Materassi

Al Carcano di Milano grande prova di Marina Malfatti e Simona Marchini che, con la surreale regia di Maurizio Nichetti, riportano in vita il classico di Palazzeschi

Per il ritorno delle Sorelle Materassi, lo scenografo Pasquale Grossi ha immaginato, a differenza di quanto volle Rossi Gastaldi qualche anno fa per lo spettacolo con la Masiero, non un arioso esterno toscano ricalcato sulla pittura coeva ma un interno a scale oblique e sghembe contornato, come in un bizzarro castelletto adatto per le tragedie coturnate di Sem Benelli, da porte e finestre. Che, aprendosi e chiudendosi all'improvviso su un paesaggio eternamente negato, ci comunichino l'isolamento sociale di Teresa e Carolina lasciando a malapena intravedere il loro ansioso occhieggiare sul mondo. Dal canto suo Maurizio Nichetti, regista di questo nuovo allestimento, oltre a caratterizzare con spirito lo spigoloso personaggio di Giselda, la sorella malmaritata che occupa la casa come e peggio di un inascoltato grillo parlante fornendo a Margherita Di Rauso l'opportunità di destreggiarsi in una slapstick comedy da film muto, dirige con destrezza e una punta di acidulo nervosismo le due signore della scena chiamate a rinverdire gli allori che furono di Sarah Ferrati e Rina Morelli.
Perpetuamente cinte da bianchi grembiali da infermiere diplomate, i capelli acconciati a crocchia, le mani continuamente operose assorte sugli eterni pizzi e ricami, l'umile e paziente Simona Marchini fa da briosa spalla all'incandescente Marina Malfatti. Che, facendo sfoggio di un birignao di gran classe con una dizione puntuta e artefatta tutta giocata su cicaleggianti pigolii e inopinate visioni, dall'osservatorio che la tiene prigioniera, su un mondo che cambia al di là del suo controllo, anima lo spettacolo con straordinaria vivacità. Accanto a loro Niobe, la serva-regina di quel convento di recluse volontarie, non ha la corposità ferina di una governante da saga mediterranea ma sfoggia, da ex-bella donna finita per sbaglio a vegliare le povere Parche, l'inusitata veemenza erotica di Adriana Alben. Con un occhio vigile e attento all'inquietante sottofondo del testo di partenza in cui, in pieno ventennio, il distinto signore di mezza età Aldo Giurlani in arte Palazzeschi intendeva raffigurare, sotto le spoglie delle zitelle, il proprio iter di omosessuale tormentato e ferito dalla prepotente fisicità del maschio, Nichetti ha scelto per il ruolo di Remo unico gallo del femmineo pollaio destinato a sacrificarsi per amor suo non un bellone da capogiro ma un ragazzo come Massimiliano Davoli.

Che è attraente senza essere prepotente e proprio per la sua normalità di giovanottino assetato di piacere fa crudelmente risaltare, a contrasto, gli sterili soprassalti delle famose sorelle.

SORELLE MATERASSI - dal romanzo di Aldo Palazzeschi Regia di Maurizio Nichetti, con Marina Malfatti e Simona Marchini. Milano, Teatro Carcano, fino al 22 dicembre. Roma, Teatro Quirino, dal 7 gennaio.

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