Roma - Potrebbe essere stata "una ragion di Stato" a portare il ministro dell’Interno Maroni ad affermare davanti alle Camere che la notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi quando Ruby venne accompagnata in questura e poi affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti tutto avvenne in modo regolare e con l’ok della pm della Procura dei minorenni. Lo ha sostenuto il pm dei minori Annamaria Fiorillo, di turno quella notte, durante la trasmissione In mezz'ora in onda su Rai 3 e condotta da Lucia Annunziata. Il pm che ha negato di aver dato l’autorizzazione all’affido, rispondendo alla domanda se il ministro sia stato o meno in buonafede ha affermato: "Non sono in grado di valutare se c’è buonafede o malafede. Non mi compete assolutamente questo aspetto. Però osservo - ha proseguito - che ognuno di noi ha la responsabilità del ruolo che sta rivestendo e in quel momento il ministro parlava come un membro del governo quindi rispetto a questa cosa avrà le sue responsabilità politiche, ma anche delle ragioni politiche. Potrebbe essere, chiamandola in modo molto generico, una ragion di Stato". "Ma io penso - ha detto ancora il pm - che qualunque ragione per quanto grande e importante sia, non può essere così assorbente da consentire la violazione della legalità".
L'atteggiamento della questura "Hanno fatto quello che volevano loro" ha continuato la Fiorillo sulla decisione di affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti da parte degli agenti della questura di Milano. Quando al pm è stato fatto notare che il ministro Maroni, nella sua relazione alle camere su quanto accaduto quella notte, si è basato anche su una relazione della polizia in cui è scritto "sentito il pm", Annamaria Fiorillo, che ha ribadito di non aver mai autorizzato l’affidamento, ha replicato "E con ciò? Ma poi hanno fatto quello che volevano loro". Di nuovo nel corso della trasmissione si è ritornati a parlare della frase che il pm ha scritto nella sua relazione - "la corda con cui la stanno impiccando" ha osservato Lucia Annunziata - e cioè "non ricordo di aver autorizzato..". A questo proposito il pm ha ripetuto: "Avrei dovuto scrivere ricordo di non aver mai autorizzato". Oltre ad aver di nuovo sottolineato di non essere mai stata convocata per dare la sua versione sulla vicenda e di aver sbagliato nel non rassicurare il commissario capo Giorgia Iafrate (anche lei di turno quella notte), il pm riguardo alle dichiarazioni dei giorni scorsi indirizzate al ministro Maroni ha precisato: "Quello che io ho esternato non riguardava la persona del ministro, ma quello che ha detto".
Lettera del Procuratore dei minori Una lettera per ricordare che i rapporti con la stampa devono essere tenuti dal Procuratore della Repubblica, è stata inviata al pm dei minori di Milano Annamaria Fiorillo dal suo "capo", Monica Frediani, in vista della decisione del sostituto di partecipare alla trasmissione andata in onda su Rai3.
Da quanto si è appreso la lettera, a cui il pm Fiorillo avrebbe già risposto, porta la data di ieri: poche righe per ribadire che, in base alle nuove norme disciplinari modificate dall’ultima riforma dell’ordinamento giudiziario, il procuratore della Repubblica mantiene personalmente, ovvero tramite un magistrato dell’ufficio appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione e che, quindi, i singoli magistrati non possono parlare delle inchieste che svolgono, pena il rischio di sanzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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