«Poca concorrenza nei cieli europei»

Presidente dal 1994 al 2004 di Continental Airlines, la quinta compagnia aerea americana, Gordon Bethune - ieri ospite a Milano della European school of economics - l’ha trovata con 600 milioni di dollari di perdite e in un anno l’ha portata a 250 milioni di profitti. «Poi abbiamo fatto soldi fino all’11 settembre» ricorda. Perché - gli chiediamo - negli Stati Uniti le compagnie oggi vanno male e in Europa vanno bene? «Perché - risponde - tra due città italiane o europee trovo collegamenti effettuati da una o due compagnie, mentre tra due città statunitensi trovo 8-10 compagnie in concorrenza. Èpiù costoso viaggiare in economy tra Parigi e Pisa che in first class tra Los Angeles e New York: prima classe, sottolineo. E perdipiù in Europa viaggio su un aereo piccolo, con servizio all’osso». Lei sta dicendo che i monopoli e le politiche tariffarie restrittive premiano le compagnie... «Sì. Negli Stati Uniti c’è un eccesso di competizione e di offerta. Ciò è un bene per i consumatori, che possono trovare biglietti più economici, ma non per le compagnie. La minor competizione in Europa, d’altro canto, fa bene ai bilanci delle aviolinee». Come giudica la crisi dell’Alitalia? «L’Alitalia è in crisi da molti anni, non da adesso. Soffre soprattutto perché è stretta tra governo e sindacati. Non è libera di scegliere la propria strada.

E deve parallelamente battersi con una competizione forte, soprattutto delle compagnie low cost». L’Alitalia può sopravvivere con due aeroporti hub? «Sì, l’importante è che voli dove ci sono i soldi e dove la gente vuole».

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