Pochi applausi, tanti dubbi «Non ha detto nulla di nuovo»

Antonio Signorini

nostro inviato a Vicenza

Accontentati i vertici, un po’meno la base. Entusiasmare una platea con un’intervista condotta da un gruppo di imprenditori è sicuramente difficile. Ma l’intervento di Romano Prodi al convegno di Vicenza ha raccolto commenti lusinghieri soprattutto tra i rappresentanti del vertice di Confindustria e tra i super manager delle grandi imprese mentre la base si è mostrata tiepida con il Professore; poco convinta dalle ricette illustrate dal candidato premier della sinistra. E avara di applausi.
Oltre alla scontata soddisfazione del padrone di casa, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, Prodi ha incassato un apprezzamento molto positivo da Marco Tronchetti Provera: «Le risposte sono state chiare. Certo - ha precisato -, i problemi vengono dopo, nel governare. Comunque l’impostazione di Prodi è stata chiara. Giudicheremo giorno per giorno gli impegni presi». Chi invece già si è fatto un’idea dalle risposte di Prodi è Alberto Stella, amministratore della Estel, nota azienda di arredamento per ufficio e nordesino doc: «Un discorso abbastanza prevedibile che non ci ha entusiasmato. E l’applausometro non mi è sembrato molto alto». «Certo - osserva uscendo dalla fiera di Vicenza -, ci sono molti imprenditori locali e qui siamo un po’ di centrodestra». Decisamente positivo il giudizio di un imprenditore dell’altra parte dello Stivale: Pasquale Pistorio, fondatore della siciliana StM e ora esponente di Confindustria: Prodi «mi è piaciuto molto». A dare voce ai dubbi che comunque non mancano nemmeno nel vertice di Confindustria, Francesco Bellotti, presidente del comitato per il credito alle Pmi ed ex responsabile delle piccole imprese ai tempi di Antonio D’Amato: «Confindustria nella relazione del presidente Pininfarina ha riaffermato la necessità del mondo delle imprese di favorire una ripresa del contesto economico. Dal confronto con il professor Prodi sono emersi alcuni spunti che vanno nella direzione auspicata da Confindustria», ma «restano le preoccupazioni per la difficoltà della coalizione di centrosinistra di trovare al proprio interno la coesione necessaria per realizzare il programma».
Giovanni Rana va al sodo: «Prodi dice sempre le stesse cose, ma è stato interessante. Poi bisogna vedere con quali soldi riuscirà a fare le cose che promette. Solo dopo che avrà parlato Berlusconi capiremo di più. Confindustria ha scelto una linea neutra. Poi si sale sul carro del vincitori e faremo i nostri affari». I più critici sono gli imprenditori locali. Tra i primi a uscire dalla fiera, Nereo Destro della Aristoncavi: «Non ho sentito nulla di nuovo». Antonio Zamparla, che guida un’azienda vicentina nella top five mondiale dei costruttori di giostre e attrazioni per parchi tematici: «Non ho stima di Prodi. Ha parlato di cose lontane e non mi sembra adatto a motivare la nazione». Sulla stessa linea Carlo Rumor, titolare di una tipografia vicentina: «Ha detto cose scontate e non ha spiegato come intende portarle avanti. E soprattutto non ha detto se i suoi soci lo lasceranno fare». Alberto Castegnaro, del gruppo chimico Satef, lascia il giudizio in sospeso: «Un discorso interessante. Se sarà eletto verificheremo se farà le cose che ha detto. Sempre che gli alleati gliele lascino fare».
Umori, quelli delle piccole imprese del nord est, che Prodi non ha saputo intercettare. E che invece hanno trovato una voce in Giancarlo Galan.

Il governatore del Veneto è intervenuto nel dibattito precedente e ha punzecchiato Confindustria e gli sponsor del convegno vicentino. Imprese attive nelle autostrade, nell’energia e nelle banche. E tutti poco inclini alla concorrenza, ha sottolineato in un appassionato intervento interrotto più volte da applausi. Non di circostanza.

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