Non ci sarà il nuovo carro, o meglio ci sarà ma sarà un carretto siciliano con su una Santa Rosalia in vetro di Murano, nulla a che vedere con la tradizionale magnificenza degli anni passati. E non ci sarà nemmeno il sindaco Diego Cammarata, che ha deciso di disertare il corteo della notte del 14 luglio e un appuntamento che per i palermitani ha più o meno lo stesso valore ben augurante della liquefazione del sangue di San Gennaro, l'offerta delle rose alla Santa Patrona della città al grido di «Viva Palermo e Santa Rosalia». Non ci sarà neppure lo spettacolo previsto inizialmente, un concerto di Renzo Arbore, sostituito dalla buona volontà di artisti locali e dal pubblico, trasformato vista la necessità in figurante. Insomma, per la prima volta da decenni, sarà un Festino in tono minore. Lo dice la spesa, circa 500mila euro contro i due milioni circa degli anni precedenti. E le parole, durissime, del consulente chiamato dal sindaco Cammarata per organizzare il Festino numero 386 e poi costretto a inventarsi un programma low cost all'ultimo momento, Phlippe Daverio: «Voglio molto più bene alla città e ai palermitani che alla sua classe politica».
È lo specchio di una città che sta vivendo un momento di forte difficoltà il Festino edizione numero 386. Persino la tradizionale festa per la Santuzza - così i palermitani chiamano affettuosamente Santa Rosalia, la loro Patrona - non è stata risparmiata dalla mancanza di fondi, dalle polemiche politiche che stanno dilaniando l'amministrazione comunale guidata da Diego Cammarata (Pdl). Un Festino da regime d'emergenza, in linea con l'emergenza - da quella rifiuti a quella dei servizi paralizzati dalla mancanza di fondi - che sta vivendo la città.
Il programma, come prevede la tradizione, è stato presentato ieri alla presenza dell'arcivescovo del capoluogo siciliano, monsignor Paolo Romeo. L'annuncio più clamoroso, l'assenza del primo cittadino. Un'assenza prevedibile, visto che negli ultimi anni l'omaggio floreale alla Santa, a metà del percorso, è stata sempre salutata da contestazioni varie, da quelle dei senza-casa a quelle dei disoccupati. «Io - ha spiegato Cammarata - parteciperò alla festa religiosa, mentre la festa del popolo appartiene ai palermitani, e quindi è giusto non essere presente».
Sarà. Ma quel «Viva Palermo e Santa Rosalia» per i palermitani ha un valore ben augurante. E c'è da scommetterci che le polemiche per l'assenza del primo cittadino finiranno con l'essere pesantissime. Cammarata comunque non ci sarà. «È un festino -ha spiegato -che risente delle minori risorse a disposizione. Ho sofferto molto -ha accusato, riferendosi all'opposizione - quando ho visto che nel bilancio una delle covi da cancellare era quella del festino. R ancora di più ho sofferto quando sono stato criticato per avere detto di prelevare i finanziamenti dal Fondo di riserva. Mi colpisce molto che non c'è più una contrapposizione politica sulle scelte ma solo una sorta di sentimento di distruzione che vuole colpire persino la festa della città e dei cittadino. Ma il Festino di Santa Rosalia non si tocca, è troppo importante per i palermitani».
E infatti si farà, grazie a Daverio che è riuscito a mettere su un programma alternativo a tempo di record e senza fondi. La Santa sarà su un carretto siciliano.
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