Gli uffici dell'Urbanistica chiusi come «bunker» ai cittadini scatenano polemiche bipartisan. Il Comune giorni fa ha emesso una disposizione di servizio che chiude le porte dello Sportello unico per l'edilizia, stop alle prenotazioni di appuntamenti, «non possono essere ricevuti cittadini e/o professionisti», salvo i casi dettagliati, «da parte di personale dipendente della Direzione Rigenerazione Urbana nel suo complesso. Nessun esterno potrà avere accesso» e «il personale sarà tenuto a chiamare la sicurezza per l'eventuale allontanamento». Effetto delle inchieste chesull'urbanistica milanese, più di una dozzina di fascicoli aperti e una ventina di dipendenti ed ex con più indagini a carico. E c'è il primo fascicolo aperto dalla Corte dei Conti. Dire che il clima è di paura non è un eufemismo. Anche se la misura non è stata condivisa prima con i sindacati, in questa fase all'unanimità hanno deciso di non fare dichiarazioni o diffondere comunicati, vista la delicatezza della situazione, per non nuocere il alcun modo ai dipendenti. Nella disposizione è scritto che «considerate le recenti notizie di stampa che hanno incrementato le già evidenti criticità per lo svolgimento, anche ordinario, delle attività della Direzione attuazione diretta Pgt Sue e della Direzione Rigenerazione urbana» e il «perdurare delle aperture di indagini nonché delle acquisizioni di fascicoli e la copiosità degli stessi, la difficoltà oggettiva dei dipendenti dello Sportello Unico per l'Edilizia di continuare serenamente a operare nel proprio lavoro senza la possibilità, in attesa che le indagini e gli eventuali processi chiariscano i fatti contestati, di affermare la difesa delle proprie scelte amministrative», le direzioni hanno interrotto il servizio di prenotazione appuntamenti. É «necessario eliminare ogni canale di contatti informali attraverso i quali si possano fornire informazioni sull'istruttoria delle pratiche in corso o dare chiarimenti tecnici o procedurali prodromici alla formalizzazione di titoli edilizi». Per il consigliere FdI Marco Bestetti «Milano che si chiude nel bunker è un pessimo segnale per cittadini e imprenditori. Se la sinistra è convinta di aver agito correttamente continui sulla propria strada senza trincerarsi nel fortino. In caso contrario, ammetta le responsabilità e tragga le estreme conseguenze». Anche per il leghista Alessandro Verri «non è la soluzione, si deve garantire massima trasparenza». E il verde Carlo Monguzzi afferma: «La serrata non può essere una risposta alle inchieste. Operazione verità». Il presidente dell'Ordine degli Architetti Federico Aldini minaccia ricorsi: «La chiusura è inaccettabile, sia sul piano giuridico che sostanziale. Evoca non meglio precisati rapporti di non corretta informalità che non restituiscono serietà nè ai dipendenti nè ai professionisti. L'unica modalità di dialogo rischiano di essere le diffide ai funzionari».
Le grane non sono finite. Slitta ancora a Roma l'approvazione del «salva Milano».
C'è l'intesa bipartisan tra Pd e centrodestra sull'emendamento del deputato FdI Tommaso Foti per sanare il pregresso e «soccorrere» Comune, costruttori e dipendenti, ma il via libera in Commissione Ambiente della Camera, slittato già da martedì a ieri, è stato rinviato a martedì (quando era atteso l'ok in Parlamento) La Ragioneria generale dello Stato obietta il rischio di assenza di copertura per il mancato versamento dei diritti edificatori. Ieri non è arrivato ancora il via libera. Se il 19 tutto filerà liscio la Commissione voterà e il testo andrò in aula mercoledì o giovedì. In Comune incrociano le dita.
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