40mila comunità energetiche in arrivo in Italia: la sfida per la transizione

Nel 2025 1,2 milioni di italiani potranno vivere avendo comunità energetiche a disposizione. L'obiettivo del governo: sbloccare gli incentivi

40mila comunità energetiche in arrivo in Italia: la sfida per la transizione
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40mila comunità energetiche rinnovabili entro fine 2025 e 1,2 milioni di italiani connessi in comunità di produzione e autoconsumo: queste quanto le dinamiche di mercato sulla transizione stanno permettendo di ipotizzare nei prossimi anni come target di base per le nuove forme di interconnessione tra mercato energetico e sviluppo sostenibile.

Lo riportano i dati dell’Electricity Market Report del Politecnico di Milano ripresi dalla piattaforma Ener2Crowd, società benefit che sta promuovendo una serie di investimenti in crowdfunding per permettere a diverse collettività in Italia di accedere a uno strumento fondamentale per accelerare la transizione energetica del Paese. Le comunità energetiche hanno la possibilità di avvicinare produzione e consumo di energia a buon mercato e in forma rinnovabile per permettere, nelle fasi di picco di offerta in settori come l'eolico e il solare, un avvicinamento all'autosufficienza.

In quest'ottica, con l'ausilio dei fondi del Pnrr le comunità energetiche possono da un lato contribuire a costruire un'economia più decarbonizzata e dall'altro spingere allo sviluppo di un sistema di creazione di nuova imprenditorialità e start-up "verdi" nei settori di frontiera. L'approccio prosumers, che ibrida nello stesso territorio di riferimento di una comunità energetica i produttori che utilizzano fonti verdi e i consumatori in un'integrazione di rete articolata e che accorcia la lunghezza delle filiere può dare uno slancio a un progetto capace di valorizzare i territori, quindi le energie imprenditoriali ed economiche di molte realtà, in un campo critico come la transizone.

A eolico, fotovoltaico e solare le comunità energetiche rinnovabili aggiungono strumenti diversificati di generazione energetica di prossimità che spaziano dall'utilizzo di biomassa residuale al geotermale, passando per il teleriscaldamento. Una comunità energetica ottimale necessita di sistemi che possono abilitare una profonda attività imprenditoriale passante dalla manutenzione alla digitalizzazione.

"La decarbonizzazione del settore del riscaldamento e raffrescamento è essenziale nella transizione energetica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei di carbon neutrality al 2050 e questa impellente esigenza ben si amalgama con un enorme potenziale d’intervento per aumentarne l’efficienza energetica e la sostenibilità, sia attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali sia attraverso la diffusione di impianti a fonti rinnovabili", sottolinea Qualenergia.

Negli ultimi mesi da Latina alla Valle Camonica, da Certaldo in Toscana fino a Napoli stanno nascendo esperimenti importanti di comunità energetiche rinnovabili su cui ora il governo mira a intervenire coordinandone lo sviluppo con lo sfruttamento dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Ogni 100 milioni investiti nelle comunità energetiche possono, con un fattore di moltiplicazione degli investimenti generare 264 milioni di attività economica indotta in forma diretta o meno. Risulta in attesa del disco verde europeo il piano per sbloccare 2,2 miliardi di euro di finanziamenti del Pnrr su cui il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica di Gilberto Pichetto Fratin punta fortemente per amplificare la campagna italiana di transizione energetica. E dare slancio a una diversificazione che può portare nei territori una maggiore stabilità del sistema di rifornimento dell'economia e dei consumi privati.

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