Acciaio, la Ue stringe le maglie: nuove restrizioni per proteggere l’industria

Dal primo aprile dazi e limiti più rigidi sulle importazioni per frenare la concorrenza esterna e rilanciare la produzione interna. Bruxelles punta su green steel e investimenti per difendere il settore dalla sovracapacità globale e dal dumping cinese

Acciaio, la Ue stringe le maglie: nuove restrizioni per proteggere l’industria
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La Commissione europea ha varato nuove restrizioni sulle importazioni di acciaio per proteggere l'industria siderurgica continentale, minacciata dalla sovrapproduzione globale e dai dazi imposti dagli Stati Uniti. La principale novità riguarda il tasso di liberalizzazione, che scenderà dall'1% allo 0,1%, riducendo così la quantità di acciaio che potrà entrare senza dazi nel mercato europeo. La misura entrerà in vigore dal primo aprile e fa parte di un piano più ampio per rafforzare la competitività delle acciaierie Ue.

Oltre alla riduzione del tasso di liberalizzazione, Bruxelles ha deciso di abolire il meccanismo del "riporto", che consentiva di trasferire le quote di importazione non utilizzate da un trimestre all'altro. Questo cambiamento colpirà in particolare le categorie di acciaio più vulnerabili alla concorrenza esterna e con una domanda interna ridotta. Inoltre, sarà vietato il riutilizzo delle quote inutilizzate da altri Stati, comprese quelle di Russia e Bielorussia.

L'obiettivo della Commissione europea è creare spazio per i produttori europei, permettendo loro di aumentare la produzione, stimolare gli investimenti e favorire l'occupazione, soprattutto nel settore dell'acciaio verde. La decisione arriva in risposta a una richiesta di revisione delle misure di salvaguardia avanzata da 13 Paesi membri e dopo un'indagine che ha evidenziato l'aggravarsi delle difficoltà per il settore siderurgico europeo, tra crescita delle importazioni e calo della domanda interna.

Le nuove restrizioni entreranno in vigore gradualmente: le prime misure scatteranno il primo aprile 2025, mentre dal primo luglio 2025 saranno operative le modifiche più incisive, tra cui il rallentamento della liberalizzazione e l'eliminazione del riporto delle quote inutilizzate. Entro il terzo trimestre dell'anno, la Commissione presenterà una nuova proposta per garantire tutele più efficaci sul lungo periodo.

Le attuali misure, introdotte per la prima volta nel 2019 in risposta alla guerra dei dazi con l'amministrazione Trump, scadranno il 30 giugno 2026 e saranno sostituite da un nuovo regime di protezione del settore siderurgico europeo.

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