
La Banca centrale europea (Bce) ha tagliato i tassi d'interesse per la seconda volta nel 2025. Come previsto dal mercato, il tasso di deposito è stato ridotto di 25 punti base al 2,5%, dopo la sforbiciata di gennaio e le quattro dell’anno scorso. La decisione odierna dell’istituto guidato da Christine Lagarde è stata accompagnata dalla revisione delle stime di inflazione (al rialzo) e crescita (al ribasso) dell’area euro, su cui incombe un’incertezza crescente legata al potenziale impatto dei dazi da parte degli Stati Uniti.
Le proiezioni sui prezzi sono state riviste al rialzo per quest’anno, riflettendo l’aumento dei costi dell’energia. L’inflazione, secondo le nuove previsioni, si collocherebbe al 2,3% nel 2025 (contro il 2,1% della precedente stima), all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Al netto della componente energetica e alimentare, l’inflazione si porterebbe al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027, intorno all’obiettivo del 2% nel medio termine. "Il processo disinflazionistico è ben avviato. - ha detto la presidente Lagarde durante la conferenza stampa a Francoforte. - L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti".
Mentre l'inflazione nell'Eurozona rimane ampiamente in linea con le aspettative, l'incertezza globale crescente getta un'ombra sulle previsioni per il futuro. Le stime di crescita, infatti, sono state riviste al ribasso: +0,9% nel 2025, +1,2% nel 2026 e +1,3% nel 2027. In precedenza, il Pil era atteso a +1,1% nel 2025, +1,4% nel 2026 e +1,3% nel 2027. Il ridimensionamento delle stime per quest’anno e il prossimo è riconducibile alla contrazione delle esportazioni e alla debolezza degli investimenti, penalizzati dall’incertezza sulle politiche commerciali ed economiche. La preoccupazione più pressante è il potenziale impatto dei dazi del 25% proposti dal presidente americano Donald Trump sulle importazioni dall'Unione europea, che potrebbero innescare una contrazione economica significativa nella regione. Tuttavia, le nuove stime della Bce non incorporano il bazooka tedesco, ovvero il super fondo da 500 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali, annunciato nei giorni scorsi da Berlino, che dovrebbe avere effetti benefici sulla crescita a partire dal 2026, né il piano per la difesa e il riarmo dell’Europa.
In questo contesto di incertezza geopolitica ed economica, la Bce rimane cauta, manifestando una certa riluttanza a ricorrere a tagli più drastici nel breve termine. Così viene interpretata la svolta nella comunicazione: ora la politica monetaria è “sensibilmente meno restrittiva”, ha detto Lagarde. L'approccio della Banca centrale continuerà a essere basato sui dati e a procedere riunione per riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse "si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi", ha sottolineato la presidente.
Cosa significa? “Il cambiamento di linguaggio con l’espressione “significativamente meno restrittiva” suggerisce che i tagli dei tassi potrebbero interrompersi già il mese prossimo. – commenta Lale Akoner, Global Market analyst di eToro - Tuttavia, definire la fine del ciclo di allentamento potrebbe essere prematuro. Data la crescente incertezza politica globale, la Bce dovrebbe adottare un approccio più dipendente dai dati, simile a quello della Fed (la banca centrale americana, ndr)”.
Sebbene i dazi rappresentino un rischio negativo per la crescita, l'aumento della spesa europea per la difesa e le infrastrutture potrebbe fornire una certa compensazione e alimentare i rischi per l’inflazione. “I leader dell'UE stanno discutendo i modi per finanziare l'aumento della spesa per la difesa in un vertice che si terrà oggi a Bruxelles. – sottolinea Felix Feather, economista di Aberdeen Investments - La possibilità di un aumento significativo del “deficit spending” europeo ha spinto i mercati a prevedere un minor numero di tagli dei tassi negli ultimi giorni”.
Tornando al presente, il nuovo taglio del costo del denaro deciso oggi dalla Bce favorirà la riduzione dei tassi di interesse praticati sui mutui dalle banche alle famiglie, con un conseguente calo delle rate dei mutui. Secondo Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), il tasso fisso medio potrebbe arrivare, a breve, attorno al 2,65%, decisamente più contenuto rispetto al 4% praticato fino a circa un anno fa. L’effetto sarà più marcato sui mutui di lunga durata, dove il peso degli interessi è maggiore: se su un prestito decennale il risparmio varia tra 37 e 182 euro, secondo l’importo finanziato, su un mutuo di 30 anni l’impatto è decisamente più forte, arrivando a oltre 200 euro mensili. Più nel dettaglio, su un mutuo da 100.000 euro a 20 anni, la rata si ridurrà di 76 euro al mese, mentre per lo stesso importo a 30 anni il risparmio sarà di 81 euro. Per un finanziamento di 250.000 euro a 30 anni, la riduzione mensile arriva a 203 euro, pari a oltre 2.400 euro annui. La riduzione dei tassi rappresenterà, inoltre, una leva per favorire la crescita dei mutui concessi dalle banche alle famiglie: con il costo del denaro più basso, potrebbe dunque proseguire la risalita dei prestiti per la casa.
Ma la sforbiciata ai tassi non sarà positiva per il solo mercato immobiliare. Vantaggi sono previsti anche per il credito al consumo. Comprare a rate e fare shopping, dunque, sarà più conveniente rispetto agli scorsi anni. Fabi prevede che la media dei tassi d’interesse per il credito al consumo potrebbe attestarsi, a stretto giro, attorno al 7,65%. Vuol dire che per una lavatrice da 700 euro, acquistata con un finanziamento di 5 anni, la rata mensile sarà di 14 euro; uno smartphone da 850 euro, invece, verrà finanziato in 2 anni con una rata di 40 euro al mese; per un televisore da 1.
200 euro, finanziato in 3 anni, la rata mensile sarà di 39 euro; un viaggio da 5.000 euro, finanziato in 3 anni, comporterà una rata mensile di 161 euro; mentre per un automobile da 20.000 euro, acquistata con un finanziamento di 6 anni, la rata è di 357 euro al mese- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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