Il risparmio delle famiglie italiane e la sua tassazione
In Italia, la capacità di risparmio delle famiglie ammonta a circa 5.000 miliardi di euro, la più alta dell’Unione europea. Tuttavia, la tassazione su questi risparmi è elevata rispetto alla media europea, influenzando negativamente gli investimenti.
Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ha evidenziato questa disparità in occasione della 100ª Giornata del Risparmio, sottolineando che la fiscalità incide pesantemente sia sui rendimenti degli investimenti sia sull’attività economica delle società.
Patuelli nel corso di un seminario Abi a Firenze aveva evidenziato un forte aumento della tassazione sugli interessi e premi corrisposti dalle banche: dagli 1,08 miliardi nei primi otto mesi del 2023 ai 4,29 miliardi nello stesso periodo del 2024, con un incremento del 296,4%.
Questo incremento riflette l’impatto di una tassazione elevata sulle entrate derivanti dai risparmi, che penalizza ulteriormente il risparmio privato e sottolinea la necessità di una revisione fiscale più ampia.
La tassazione degli investimenti azionari
Aliquote su azioni e utili societari: Il risparmio investito in azioni è soggetto a un’aliquota totale superiore al 50% del reddito lordo generato. Questa tassazione comprende:
26% sui dividendi e plusvalenze.
24% di IRES per le società, oltre alle addizionali regionali e comunali.
Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) al 4,5%.
IMU e imposta di bollo su alcuni strumenti finanziari.
Patuelli ha osservato che gli investimenti in titoli bancari subiscono una pressione fiscale maggiore rispetto a quelli in altre società, raggiungendo il 59-60% contro il 55% per le aziende non finanziarie. Le banche, in ragione della loro natura, sono infatti sottoposte a un’addizionale Ires di 3,5 punti percentuali.
Proposte di riforma riscale sugli investimenti di lungo periodo
Il presidente dell’Abi ha auspicato una riduzione delle imposte sugli investimenti di lungo periodo e diretti all’economia reale, che contribuiscono alla crescita del paese, suggerendo di incrementare invece la tassazione su quelli puramente speculativi.
Al momento, tuttavia, non sono stati introdotti provvedimenti concreti per modificare questa situazione all’interno della delega fiscale.
L’inasprimento della tassazione sui rendimenti da criptovalute
Nel disegno di legge di Bilancio è stato inserito un incremento dell’aliquota sui rendimenti da investimenti in criptovalute, come il Bitcoin, che passa dal 26% al 42%.
Questa misura, sebbene volta a generare maggiori entrate fiscali (16 milioni di euro annui), ha suscitato discussioni all’interno della che sta valutando possibili emendamenti per rivedere la normativa.
L’impatto dell’imposta di bollo sui conti correnti e cisparmio immobiliare
Il 63% dei risparmiatori italiani preferisce mantenere i propri risparmi in conti correnti, che sono soggetti sia all’imposta del 26% sui rendimenti (già molto bassi) sia all’imposta di bollo.
Anche il settore immobiliare contribuisce in maniera significativa, specialmente con l’IMU sulle seconde case.
Se i capitali venissero maggiormente investiti in settori produttivi, potrebbero generare un aumento del gettito fiscale senza incrementi di aliquota.
Tassazione delle banche e delle assicurazioni
La manovra prevede una modifica dell’imposta di bollo per le polizze vita di ramo III e V, spostando il pagamento dell’imposta annualmente invece che al termine del contratto.
Questa misura è mirata a sostenere il bilancio statale, con un incremento del gettito atteso a 1,8 miliardi di euro tra il 2025 e il 2028. Il governo ha concordato queste disposizioni con il settore assicurativo.
Il differimento della deduzione delle perdite e delle svalutazioni su crediti delle banche nel 2025 e nel 2026 determinerà complessivamente un maggior gettito di circa 4 miliardi nel biennio.
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