Come spiegato in più occasioni, il governo Meloni non intende gravare sulle spalle degli italiani, già costretti a fare i conti con l'attuale crisi economica del Paese: l'esecutivo sta cercando piuttosto di portare una sorta di "pace" fra i cittadini e il Fisco, promuovendo delle misure, come la rottamazione delle cartelle, che hanno lo scopo di arrivare a una tregua.
Sono dodici, dunque, i punti cardine della nuova legge di Bilancio che vanno a intervenire proprio sulla spinosa questione.
Lo stralcio delle cartelle
Al primo posto troviamo lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, provvedimento assai dibattuto. Quello che per il governo è un modo per far "respirare" gli italiani, dagli altri viene etichettato come condono.
La misura non ha un limite Isee, e consiste nell'annullare quelle cartelle fino a 1.000 euro comprese negli anni 2000-2015. Si comincerà dal 31 di marzo. Per quanto concerne le mini-cartelle relative, ad esempio, a sanzioni stradali, saranno i Comuni a decidere se riscuotere o meno. A tal proposito è attesa una loro comunicazione per il prossimo 31 gennaio.
Rottamazione quater
Prevista anche una nuova rottamazione delle cartelle. Stavolta si prendono in considerazione quelle cartelle che partono dal primo gennaio 2000 fino al 30 giugno 2022.
I contribuenti saranno tenuti a pagare la quota capitale, senza sanzioni, interessi e aggio. Il versamento potrà essere effettuato in 18 rate trimestrali.
Nell'arco di tempo compreso fra il 2023 e 2032, l'esecutivo prevede di recuperare in questo modo 12,4 miliardi, accettando le perdite. In questo modo, oltre a dare maggior respiro agli italiani, si andrà un po' a svuotare quel magazzino di cartelle inesigibili di cui tanto si è parlato.
Tregua in caso di errori
Il governo ha cercato una soluzione anche per chi ha commesso delle irregolarità di tipo fiscale, come, ad esempio, non aver emesso ricevuta.
Tutte le irregolarità avvenute entro il 31 ottobre 2022 possono essere sanate versando la cifra di 200 euro per ogni periodo di imposta a cui si riferiscono. Il pagamento viene richiesto in due rate di pari importo.
Avvisi bonari
Scenderà dal 10 al 3% la sanzione relativa a quegli avvisi che non sono scaduti, oppure riguardano il 2023. Avvisi che sono la conseguenza di controlli automatizzati e relativi al 2019, 2020, 2021. Verrà pagato ciò che è stato dichiarato ma non versato con gli interessi e una mini multa.
Ravvedimento speciale
La misura prende in esame quelle dichiarazioni che sono relative al 2022, o precedenti. Viene ridotta la sanzione, che passa dal 15 al 5%, a tutto coloro che hanno dichiarato meno e intendono ravvedersi.
La cifrà dovrà essere versata in 8 rate trimestrali col 2% degli interessi annui, e una mini sanzione al 5%.
Accertamento con adesione
Per quanto riguarda gli accertamenti con adesione, così come per gli avvisi di accertamento (non è più possibile, dunque, ravvedersi), le sanzioni scenderanno dal 30 al 5%. Il pagamento dovrà essere versato in 20 rate trimestrali e non più in 16.
Chiusura agevolata delle liti pendenti
Anche in questo caso, si cerca di portare una tregua fra Fisco e cittadini. Ci si può avvalere della definizione agevolata delle controversie tributarie. Fra le controversie a cui può essere applicata la definizione agevolata delle liti pendenti anche quelle in cui è parte l’agenzia delle Dogane.
Conciliazione
Non solo la definizione agevolata delle liti pendenti. Entro il 30 giugno 2023, è possibile anche avvalersi di un accordo conciliativo con l'Agenzia delle entrate fuori udienza.
In questo caso le sanzioni saranno ridotte al 5%.
Rinuncia agevolata
Sempre entro il 30 giugno 2023 è possibile ricorrere alla rinuncia agevolata alle controversie tributarie pendenti in Cassazione. In questo caso si pagano le somme dovute, compresi interessi e accessori, ma con una mini sanzione del 5%.
Regolarizzazione dei versamenti
Ci sarà anche la possibilità di regolarizzare l’omesso o carente versamento dei tributi amministrati dal Fisco.
Si può procedere con l’integrale versamento della sola imposta entro il 31 marzo 2023, e in questo caso non ci sarà alcuna sanzione o interesse. Oppure si potrà scegliere di pagare con un massimo di 20 rate trimestrali di importo uguale, senza sanzioni e interessi.
Criptovalute
Chi non ha segnalato in dichiarazione dei redditi il possesso di criptovalute potrà redimersi presentando domanda di emersione all’Agenzia delle entrate.
A quel punto dovrà pagare una sanzione per l'omessa dichiarazione. In caso di reddito ricavato dalle cripto, ci sarà anche da versare una tassa pari al 3,5% del valore di quanto detenuto.
Norma "Salva calcio"
Le società sportive, inclusi i club di calcio di Serie A, potranno pagare quegli 889 milioni di debiti fiscali in 60 rate, suddivise in cinque anni.
In questo modo si
procederà al saldo di quei pagamenti (Irpef e Inps) bloccati nel 2022 causa Covid. Nessuna sanzione per chi pagherà entro il 31 dicembre 2022. Per coloro che arriveranno in ritardo, ci sarà una penale del 3%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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