Giorgetti porta a Bruxelles la proposta italiana per la sicurezza Ue

Dovrebbe mobilitare circa 200 miliardi di investimenti privati in 3-5 anni, utilizzando una garanzia pubblica di 16,7 miliardi di euro

Giorgetti porta a Bruxelles la proposta italiana per la sicurezza Ue
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Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato oggi, durante l'incontro con i colleghi dell’Ecofin a Bruxelles, la proposta italiana per l'"Iniziativa Europea per la Sicurezza e l'Innovazione Industriale". L’obiettivo è mobilitare circa 200 miliardi di euro di investimenti privati in settori strategici come difesa, sicurezza e tecnologie avanzate, senza aggravare ulteriormente il debito pubblico.

Il ministro è infatti consapevole delle difficoltà legate alla gestione del debito italiano, che nel 2024 è cresciuto meno delle attese ma è poco sotto il 135% del PIL. La proposta prevede l’utilizzo di una garanzia pubblica europea di 16,7 miliardi di euro, strutturata su più livelli di rischio: gli Stati membri coprirebbero le prime perdite, l'Ue quelle intermedie, lasciando le tranche senior più sicure per attirare gli investitori.

Per portare la spesa per gli armamenti al 2% del Pil come richiesto dai partner Nato – Usa in primis – l’Italia dovrebbe spendere altri 30 miliardi di euro l’anno, un costo che purtroppo le casse pubbliche non possono sostenere. La spesa per interessi è stata, infatti, pari a 85 miliardi nel 2024. La strategia italiana punta, dunque, a replicare su scala europea il modello di InvestEU, incentivando il settore privato a sostenere la competitività industriale dell’Europa senza appesantire i bilanci pubblici.

La proposta, che verrà illustrata anche durante la cena dell’Eurogruppo, rappresenta un tentativo concreto di rispondere alla necessità di rafforzare le capacità difensive dell'Ue, dopo anni di sottoinvestimenti e in un contesto geopolitico sempre più instabile. Resta da vedere come verrà accolta dagli altri Paesi membri, alcuni dei quali (frugali in testa) potrebbero vedere con scetticismo il meccanismo delle garanzie pubbliche europee.

Tuttavia, l’Italia sembra determinata a portare avanti questa iniziativa come alternativa ai prestiti Ue o all’aumento diretto della spesa pubblica, soluzioni che comporterebbero comunque un onere futuro per i bilanci nazionali.

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