Idroelettrico: un valore strategico per l'Italia

La fonte rinnovabile garantisce il 35% dell’elettricità in Italia e impiega 12mila lavoratori

Idroelettrico: un valore strategico per l'Italia
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"Il settore idroelettrico rappresenta il 35% dell’energia rinnovabile in Italia e quindi la fonte principale di energia decarbonizzata: 40 terawattora, 15 milioni di famiglie equivalenti come consumo", ha sottolineato Gianni Vittorio Armani, presidente di Elettricità Futura, nel corso del convegno "Idroelettrico: un valore per l'Italia", organizzato presso la Sala della Regina di Montecitorio. Il manager ha ricordato che "4 miliardi e 400 milioni di metri cubi di acqua sono archiviati e garantiti da impianti che producono non solo energia ma distribuiscono anche acqua potabile".

L'idroelettrico, infatti, non solo garantisce energia pulita, ma contribuisce alla stabilità della rete elettrica e al bilanciamento delle fonti intermittenti. "Dodicimila lavoratori sono impiegati nel settore. È la risorsa fondamentale per la sicurezza del sistema: oggi garantisce buona parte dei parametri tecnici che consentono di avere una tensione stabile", ha aggiunto Armani.

Investimenti e digitalizzazione per il futuro

Le aziende del settore sono pronte a investire oltre 15 miliardi di euro, con ricadute superiori ai 20 miliardi, ma le concessioni scadute o in scadenza pongono un freno. "C'è la sfida della digitalizzazione su infrastrutture concepite 150 anni fa", ha evidenziato Armani. "La trasformazione digitale consentirà di integrare meglio gli impianti con le fonti non programmabili, aumentando la penetrazione delle rinnovabili e riducendo il consumo di gas".

La questione delle concessioni: un nodo cruciale

Il tema delle concessioni è stato centrale nel dibattito. "E' un momento particolare per il nostro Paese", ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. "Il vincolo Pnrr prevede la gara semplice, ma ora si tratta di lavorare per superare questo e arrivare a modelli di rinnovo che garantiscano investimenti opportuni".

Anche Luca Squeri, responsabile Energia di Forza Italia, ha evidenziato i rischi di una messa a gara indiscriminata: "Mettere a gara adesso le concessioni esporrebbe a contenziosi, e senza investimenti sarebbe controproducente".

Sindacati e territori: salvaguardare occupazione e comunità locali

Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno ribadito la necessità di una strategia nazionale: "Le gare, anziché favorire la concorrenza, creano instabilità e disincentivano le aziende a investire nel lungo periodo. È essenziale evitare errori strategici che potrebbero compromettere la competitività del settore e la sicurezza energetica del nostro Paese".

Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività

Produttive della Camera, ha aggiunto: "Il tema della transizione energetica ed ecologica impatterà su milioni di persone: serve un approccio pragmatico che tuteli l'industria, i posti di lavoro e la crescita dei territori".

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