
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo n. 504 del 1992. La questione era stata sollevata dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Piemonte in merito al regime Ici applicabile agli immobili ecclesiastici ad uso misto per le annualità precedenti al 2012.
Il contesto
Il giudice remittente aveva contestato la norma sostenendo che essa non consentisse lo "scorporo delle superfici" per gli immobili unitariamente accatastati, impedendo così di distinguere tra le porzioni destinate ad attività di culto e quelle commerciali. Tale omissione, secondo il giudice a quo, avrebbe determinato la tassazione anche delle porzioni immobiliari riservate al culto, in violazione dell'articolo 117, primo comma, della Costituzione e dell'articolo 7, terzo comma, dell'Accordo di revisione del Concordato lateranense del 1984. Quest'ultimo esclude ogni imposizione tributaria per le attività religiose degli enti ecclesiastici.
La decisione della Corte Costituzionale
La Consulta ha dichiarato inammissibile la questione sollevata, evidenziando diversi profili di inadeguatezza nella ricostruzione del quadro normativo da parte del giudice a quo.
Errata interpretazione dell'Accordo del 1984: La Corte ha precisato che l'Accordo non stabilisce un'esenzione automatica per le attività religiose in sé, ma equipara, ai fini tributari, le attività di culto-religione a quelle di beneficenza-istruzione.
Mancata considerazione del diritto dell'Unione Europea: Il giudice remittente non ha tenuto conto dell'incidenza della normativa europea, determinante nello sviluppo della disciplina fiscale italiana sugli enti non commerciali.
Omessa valutazione sulla frazionabilità del fabbricato: L'ordinanza di rimessione non ha chiarito se il fabbricato oggetto del contenzioso fosse all'epoca frazionabile. Questo elemento risulta cruciale, poiché l'obbligo di frazionamento delle unità immobiliari è stato formalizzato solo con il passaggio dall'Ici all'Imu.
Il parametro costituzionale corretto
La Corte ha inoltre precisato che il sindacato di legittimità sulle disposizioni del Concordato lateranense e sulle sue modifiche deve essere ricondotto non all'articolo 117, primo comma, della Costituzione, come sostenuto dal giudice remittente, ma all'articolo 7, secondo comma, della Costituzione. Quest'ultimo stabilisce che i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica sono regolati dai Patti Lateranensi.
In sintesi
La Consulta conferma l'importanza di una corretta interpretazione del quadro normativo in materia di esenzioni fiscali per gli enti ecclesiastici. La decisione ribadisce che il riconoscimento dell'esenzione fiscale per le attività religiose non può prescindere da una valutazione attenta del contesto normativo, inclusa la disciplina europea e l'evoluzione della normativa tributaria italiana.
La mancata chiarezza su elementi essenziali, come la frazionabilità dell'immobile, ha portato alla dichiarazione di inammissibilità della questione, lasciando invariata l'attuale disciplina fiscale applicabile agli enti ecclesiastici. In pratica, se l’immobile è destinato a usi misti, è meglio frazionarlo per separare le attività di culto da quelle commerciali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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