«Per cambiare il Green Deal speriamo in questa nuova Commissione». Lunedì sera Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ha incontrato i lettori del Giornale all'hotel Mioni Pezzato di Abano Terme. Per parlare di automotive ed energia. E mostrando, nei confronti delle prossime decisioni della Ue, un certo ottimismo.
Ministro, ma come può la nuova Commissione Ursula smentire la precedente, che sempre Ursula era?
«In Europa non c'è solo la Commissione, che è una struttura esecutiva e burocratica. Ci sono altri due soggetti: il parlamento europeo, istituzione politica, e il consiglio europeo, dove ci sono i singoli stati membri. Si decide in tre. Quindi il peso delle grandi nazioni come l'Italia e del centro destra che avanza ovunque, se sarà fatto valere conterà».
A cosa punta l'Italia per il settore auto?
«Posto che non c'è dubbio che si debba andare verso la decarbonizzazione, la stupidità è questa scelta che vieta il motore endotermico senza considerare le tecnologie non inquinanti e i biocarburanti. Si possono produrre motori endotermici senza inquinare. Ma se si obbliga il settore a fare solo auto elettriche, l'Italia rischia 1,1 milioni di posti di lavoro, la quota più importante della nostra manifattura».
Manifattura che è già in crisi anche per i prezzi dell'energia, che in Italia sono il doppio di Francia e Spagna e il 30% in più della Germania. Il governo punta sul nucleare. Ma quando arriverà?
«La prossima settimana va al consiglio dei ministri la nuova legge. Con la quale il Parlamento, stimo entro l'anno, darà al governo la delega per introdurre il nucleare di nuova generazione. E' un testo unico che stabilisce i confini entro i quali attivare la nuova tecnologia. Con questa legge lo stato non sarà più produttore, bensì garante e controllore».
Ma come la mettiamo con i due referendum che hanno già detto no al nucleare nel 1987 e 2011?
«Abbiamo sentito più costituzionalisti: il nucleare di nuova generazione è un'altra cosa, una tecnologia completamente nuova sulla quale i referendum non si sono mai espressi. Semmai dovranno farne un altro».
Le vecchie centrali saranno dismesse, e non ce ne saranno di nuove. Ma tanti mini reattori. Come funzioneranno?
«Ci saranno singoli moduli per comunità energetiche o distretti energivori come acciaio ceramiche, vetro. Piccoli reattori da 50-100-300 Megawatt, che occupano poche decine di metri quadri. Non sono ancora sul mercato, arriveranno tra 5-6 anni. È la nuova frontiera della fissione».
Pochi metri quadri?
«Per dare un'idea, a parità di produzione il rapporto dello spazio, in ettari, occupato da un modulo e da apparecchi per l'energia rinnovabile è di 1 a 2mila».
Ma in attesa del 2030?
«Andiamo avanti con le fonti diversificate di
approvigionamento del gas e con le rinnovabili, implementando entrambe e lavorando sui prezzi di mercato. Ma senza più carbone: entro agosto chiuderò per sempre le due ultime centrali della penisola, a Brindisi e Civitavecchia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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