Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si dice favorevole alla riattivazione delle centrali nucleari italiane. "Per rimanere competitivi in questo Paese, la via è il nucleare: sdoganiamo il fatto che per l'industria la via è quella. Il coraggio sta arrivando e la sperimentazione ci sarà, ma ci vorranno anni”, ha dichiarato durante l'assemblea pubblica della Federazione Gomma Plastica a Milano. Per accelerare il ritorno della "produzione da nucleare nel nostro Paese siamo favorevoli anche a riattivare i siti esistenti delle centrali nucleari, impiantando le nuove tecnologie", ha aggiunto.
Orsini ha inoltre posto l'accento sulla necessità di una strategia energetica comune a livello europeo: "Il presidente Donald Trump, ad esempio, basa le sue politiche tutta sull'attrazione delle imprese, noi invece siamo quelli che fanno scappare le imprese dall'Europa. Per questo, l'Europa deve pensare di avere un prezzo europeo dell'energia e una difesa europea".
Secondo il presidente di Confindustria, l'Italia deve negoziare con gli Stati Uniti sul fronte energetico e della difesa: "Visto il rapporto di dialogo del governo attuale con quello Usa, la negoziazione che deve fare l'Italia può farla su due punti: l'acquisto di energia, e quindi di gas, e la difesa".
Orsini ha poi denunciato le speculazioni sui costi energetici: "La speculazione finanziaria che c'è sull'energia, al rialzo o al ribasso, impone che il costo vada a paralizzare l'industria per qualcheduno che sta facendo una montagna di denaro. Non possiamo più fare finta di nulla. Sia sul gas che sull'energia elettrica serve un compromesso, occorre sdoppiare il costo dell'energia elettrica e quello del gas".
Gli indici di fiducia Istat: migliorano industria e consumatori, ma pesa il caro energia
Secondo gli ultimi dati Istat, a gennaio l'indice composito del clima di fiducia delle imprese è aumentato da 95,3 a 95,7. La crescita riguarda in particolare l’industria manifatturiera, dove l'indice è salito da 85,9 a 86,8, e le costruzioni, che hanno registrato un netto incremento da 100,9 a 104,2. In calo, invece, la fiducia nei servizi di mercato (da 99,6 a 99,0) e nel commercio al dettaglio (da 106,9 a 106,5). Nel settore industriale, tutte le componenti degli indici mostrano segnali positivi, mentre nei servizi di mercato peggiorano le opinioni sugli ordini a fronte di un lieve miglioramento delle aspettative sugli affari.
Sul fronte dei consumatori, il clima di fiducia segna un rialzo significativo, passando da 96,3 a 98,2. La crescita riguarda soprattutto la percezione della situazione economica generale e delle prospettive future, con l'indice economico che sale da 96,1 a 101,3 e quello futuro da 93,3 a 96,1. Più contenuto l’incremento del clima personale (da 96,4 a 97,1) e di quello corrente (da 98,6 a 99,8).
Nonostante questi segnali di ripresa, Confesercenti avverte: "L'impatto del caro-energia potrebbe interrompere il percorso di recupero". L'associazione sottolinea che, sebbene l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere sia in lieve miglioramento, "si tratta comunque di un dato volatile, più basso di quello di gennaio 2024". Per quanto riguarda i consumatori, Confesercenti evidenzia che "restano vari elementi di incertezza legati ai prezzi dell’energia e al risparmio, che tradiscono uno stato di preoccupazione delle famiglie". Anche nel commercio al dettaglio, il recupero della fiducia subisce un arresto, con un calo dello 0,4 punti, dovuto in particolare alla flessione della fiducia nei negozi (-1,2 punti), mentre la grande distribuzione registra una lieve crescita.
Secondo le stime dell’associazione, "nel 2024 le piccole superfici potrebbero vedere una contrazione delle vendite dell'1,5%, mentre la grande distribuzione segnerebbe un incremento dello 0,6%". Anche il settore turistico affronta sfide, con disagi che potrebbero penalizzare la ripresa del comparto.
Anche l'indagine rapida Csc sull'attività delle grandi imprese è ispirata a un moderato ottimismo. La rilevazione di gennaio segnala un miglioramento delle aspettative tra le grandi imprese industriali associate a Confindustria, si legge nel report. Più di un quarto delle imprese intervistate (28,7%) prevede una espansione della produzione industriale rispetto all'ultimo quarto del 2024.
La maggioranza delle imprese continua a stimare una produzione stabile (59,9%) e solo l'11,4% degli intervistati anticipa una contrazione sia essa significativa o moderata. La domanda e gli ordini si confermano, secondo gli industriali intervistati, essere i principali punti di forza a sostegno della produzione nei prossimi mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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