
La Germania tra pochi giorni va al voto. In tanti attendono di sapere se dai risultati scaturirà la soluzione della crisi politica che attanaglia il Paese. Il vecchio Karl Marx, però, ci ammonirebbe a non guardare soltanto alla sovrastruttura. E di riflettere, piuttosto, sulla struttura delle cose. Nel Paese che ha elevato la Beruf la vocazione professionale fondata su disciplina ed efficienza a pilastro dello sviluppo economico, il 2023 ha segnato un dato emblematico: i tedeschi hanno lavorato in media 1.343 ore, uno dei livelli più bassi dell'area Ocse. A fronte di un alto tasso di occupazione, il potenziale della forza lavoro è stato sottoutilizzato. Crescono anche i giorni di malattia, soprattutto nei Länder orientali. Il Wall Street Journal non ha esitato a commentare con sarcasmo: «Il Paese dei workaholic ha una nuova ossessione: lavorare meno». Perfino il ministro delle Finanze Lindner lo ha dovuto ammettere: «In Francia, in Italia e altrove si lavora molto più che da noi».
Il lavoro è sempre stato un elemento identitario della Germania. Il miracolo economico degli anni Cinquanta e Sessanta, aveva consacrato la Fleiß, la laboriosità, a cardine del modello socio-economico: un sistema che garantiva sicurezza del posto di lavoro, salari dignitosi e tutele sindacali in cambio di lealtà e dedizione incrollabili. Oggi questo equilibrio si sta ridefinendo. Il confronto con le altre economie europee è eloquente: nel 2023, francesi e italiani hanno lavorato rispettivamente 1.500 e 1.734 ore all'anno, ben oltre il dato tedesco. Ma il paragone più significativo è quello con la Grecia.
Nel 2010, in piena crisi del debito, Berlino bacchettava Atene per le sue politiche pensionistiche, che permettevano il pensionamento anticipato anche a 57 anni, e un sistema di welfare giudicato troppo generoso. Oggi la Grecia ha introdotto la settimana lavorativa di sei giorni e ha innalzato l'età pensionabile a 67 anni, contro i 66 della Germania. I greci totalizzano quasi 1.900 ore lavorate all'anno e il loro Pil cresce, mentre quello tedesco ristagna. Naturalmente, la produttività non dipende solo dal numero di ore lavorate: italiani e greci, pur con più ore all'attivo, hanno un'efficienza produttiva inferiore. Ma in Germania è il rimedio a rivelarsi peggiore del male: le politiche di riduzione dell'orario di lavoro. Berlino ha una delle settimane lavorative più corte d'Europa: 34 ore contro le 36 della media Ue (40 in Grecia). I sindacati, un tempo impegnati nelle battaglie salariali, promuovono la settimana corta. E già l'anno scorso, le prime aziende tedesche l'hanno sperimentata. Inoltre, il 30% dei lavoratori tedeschi opta per il part-time, una quota ben superiore a quella di Francia, Spagna o Italia. A questa dinamica si sommano due fattori strutturali: l'invecchiamento demografico e il disincanto delle nuove generazioni verso la cultura del sacrificio che aveva forgiato i loro genitori. Max Weber, che ha vergato quel capolavoro rispondente al titolo L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, un secolo dopo si sta rivoltando nella tomba.
La Germania, insomma, è scivolata in una crisi sociale ben più profonda delle turbolenze politiche che pure l'affliggono. Per rilanciare la crescita economica, dunque, si dovrà intervenire su più fronti: snellire la burocrazia, rendere il welfare più efficiente, incentivare la flessibilità lavorativa e introdurre sgravi fiscali specifici per le aziende che supportano natalità e genitorialità. Il punto non è lavorare meno, ma lavorare meglio, evitando di cavalcare la retorica del benessere senza produttività. Quel che c'è da comprendere, allora, non è solo se il 23 febbraio vi sarà una maggioranza a Berlino.
Quanto, piuttosto, se vi sarà una maggioranza in grado di farsi carico di questo programma. Perché il rischio concreto è che, in caso contrario, in un'Europa già con tanti problemi, la nazione che un tempo la trainava finisca per divenirne il freno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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