Prestiti ai minimi, cosa può accadere?

Famiglie e imprese chiedono sempre meno finanziamenti. I costi eccessivi sono un freno. Le ricadute su investimenti e consumi

Prestiti ai minimi, cosa può accadere?
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La situazione relativa ai prestiti è estremamente critica. In un contesto dove il tasso di inflazione è in continua crescita e i costi dei finanziamenti sono sempre più alti, la richiesta di accesso al credito cala notevolmente. Infatti le imprese hanno ridotto la domanda a causa della crescita dei tassi di interesse del 3,83% mentre per le famiglie questo dato è salito fino ad arrivare al 3,4%. I dati del bollettino economico della Bce descrivono uno scenario incerto.

Il parere della Bce

La prospettiva della Banca centrale europea è quella di sottoporsi ad ulteriori privazioni in ambito monetario, ma l’aiuto del governi è fondamentale per contribuire al contrasto dell’inflazione. Nello specifico, l’obiettivo è quello di cancellare i sussidi, introdotti per far fronte alla crisi energetica dedicati a famiglie e imprese. La Banca dell’eurozona annuncia che i sette rialzi dei tassi in nove mesi stanno subendo uno spostamento rapido verso il mercato finanziario e quello creditizio.

Lo scenario e le conseguenze

La domanda di finanziamenti da parte delle imprese è ai minimi storici dalla crisi finanziaria del 2008. Il calo della richiesta di prestiti da parte delle famiglie, invece, è stato il più importante dal 2003. Con l’inflazione al 7% ad aprile e la crisi dei prestiti lo scenario risulta particolarmente critico. Francoforte ha identificato diversi fattori che stanno alla base degli aumenti, tra questi: profitti aziendali, salari e gli aiuti pubblici dedicati ad alleviare gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina. Si legge in una nota della Bce: “Con l'allentarsi della crisi energetica, i governi dovrebbero ritirare prontamente e in maniera coordinate le relative misure di supporto, in modo da evitare di alzare le pressioni inflattive di medio-termine. Altrimenti, la banca centrale sarà costretta a politiche monetarie ancor più restrittive.” Questo comporterebbe un'ulteriore batosta per i cittadini che si ritroverebbero con un maggiore calo del potere d’acquisto, il quale è calato nel quarto trimestre assieme al consumo di beni.

I tassi d’interesse restano elevati

Secondo Christine Lagarde, presidente della Bce, è necessario mantenere i tassi d’interesse elevati per raggiungere il tasso d’inflazione al 2%. Un aumento dei costi di finanziamento comporta un vero e proprio freno agli investimenti e ai consumi, questo si riflette certamente in una vera e propria riduzione della domanda. Si legge nella nota dell’istituto di credito europeo:“Occorrerà che i governi riducano i sussidi alla domanda e che le aziende diminuiscano gli utili per assorbire parte degli aumenti salariali. Sinora, non è andata così; anzi, molte società hanno alzato i prezzi in misura più che proporzionale all'incremento dei costi. In alcuni settori le imprese sono riuscite ad aumentare i loro margini di profitto sfruttando gli squilibri tra domanda e offerta e l'incertezza creata da un'inflazione alta e volatile.”

Gli effetti sul sistema bancario europeo

Francoforte sottolinea la solidità del sistema bancario europeo citando le lievi conseguenze avute dal crac di

Silicon Valley Bank e Credit Suisse. La Bce, in ogni caso, studia un possibile irrigidimento dei requisiti di liquidità dedicato agli istituti che hanno un alto tasso di depositi non assicurati e una bassa differenziazione.

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