"Rdc? Indegno toglierlo con un sms". "Pnrr? Discussioni paradossali". L'economia divide la politica

"Rdc? Indegno toglierlo con un sms". "Pnrr? Discussioni paradossali". L'economia divide la politica

Pil, reddito di cittadinanza, Pnrr e salario minimo. I temi economici tengono banco nel dibattito pubblico. Per la rubrica Il bianco e il nero ne abbiamo parlato con il senatore Antonio Misiani, responsabile economia del Pd, e con il leghista Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze a Palazzo Madama.

È preoccupato per il rallentamento del Pil nell’ultimo trimestre?

Misiani: “Sì, siamo preoccupati. Troppi fattori giocano contro la nostra economia, dall’inflazione al rialzo dei tassi fino alla recessione tedesca. Il governo finora ha usato toni trionfalistici, da ultimo con la sfortunata intervista alla Fox della Meloni, il cui ottimismo è stato smentito dai dati nel giro di 24 ore. Speriamo che si sveglino, facciano i conti con la realtà e facciano qualcosa di concreto, altrimenti il Paese si ferma”.

Garavaglia: “No, era una frenata prevista, conseguente alla grande frenata della Germania, un’economia che incide molto soprattutto sul nostro settore manifatturiero. Adesso, però, grazie al turismo dei mesi estivi, potremo recuperare tranquillamente anche perché le previsioni sono ottime. Inoltre, l’inflazione sta scendendo finalmente e, quindi, si vedrà la fine di questa stretta”.

Cosa pensa delle proteste per il reddito di cittadinanza?

Misiani: “La gente ha ragione ad essere sconcertata: bisognerebbe mettersi nei panni di una famiglia che non arriva a fine mese e che da un giorno all’altro si è vista togliere il reddito di cittadinanza con un sms. Il reddito andava riformato. Il governo lo ha abolito, scaricando la responsabilità di chi sta peggio sui Comuni. È un modo di governare indegno”.

Garavaglia: “La riforma era ed è necessaria. Il reddito di cittadinanza non ha funzionato nella parte di avvio al lavoro. Intendiamo avviare al lavoro il numero più elevato possibile e questo obiettivo è sacrosanto, soprattutto nell’interesse dei cittadini stessi. Ogni anno di reddito di cittadinanza è un anno di buco contributivo che condanna a pensioni più basse. È solo il lavoro a dare libertà e dignità”.

Qual è il suo giudizio sulle modifiche sul Pnrr attuate dal ministro Fitto?

Misiani: “Fitto ha tolto dal Piano 16 miliardi di investimenti, in gran parte di competenza dei Comuni, che non si capisce che fine faranno. Molti progetti cancellati riguardano il dissesto idrogeologico: una scelta paradossale, a pochi mesi dall’alluvione in Romagna. Non mi sembra un grande risultato, dopo dieci mesi di governo. Noi una mano siamo pronti a darla, ma così è davvero difficile”.

Garavaglia: “Abbiamo assistito a mesi di discussioni paradossali e ci ritroviamo con la terza rata erogata e con la quarta erogata. Per quanto riguarda il settore ambientale vedo con favore la spinta al biometano che consente la neutralità tecnologica del sistema Paese”.

La discussione sul salario minimo è rinviata. Crede che, alla fine, diventerà legge?

Misiani: “Finora sul salario minimo governo e maggioranza hanno fatto melina, rinviando tutto a settembre. Non so come andrà a finire questa vicenda: la destra quando si è trovata a scegliere, non ha mai scelto i più deboli. Certo, i sondaggi dicono che anche la maggioranza degli elettori di destra è a favore. Siccome i sondaggi li guarda anche la Meloni, è possibile che si inventeranno qualcosa spacciandolo per il salario minimo”.

Garavaglia: “Finalmente si discute nel merito e un po’ meno dal punto di vista ideologico. Il salario minimo per tutti diventa automaticamente salario massimo e riduce la possibilità della contrattazione territoriale. A mio avviso, è utile solo per i settori oggi non coperti dalla contrattazione, ma è anche vero che i sindacati e il governo dovrebbero concentrarsi sul rinnovo dei contratti fermi da anni. Il governo è già intervenuto con uno sgravio di 4,5 miliardi per i redditi più bassi”.

E qual è la sua opinione sulla delega fiscale?

Misiani: “La delega è una grande occasione sprecata. Era necessaria una riforma profonda per rimettere ordine ad un sistema fiscale ingiusto e inefficiente. Il governo ha deciso di non decidere, lasciando tutti i regimi di favore invariati. In compenso, hanno riempito la legge di piccoli e grandi favori per gli evasori, a tal punto che hanno tolto dal PNRR gli obiettivi di recupero dell’evasione previsto inizialmente. Non è questa la riforma che serviva all’Italia”.

Garavaglia: “Si è parlato molto di aliquote Irpef ed Ires, ma troppo poco del mal funzionamento dell’attuale sistema fiscale. Mi riferisco soprattutto a due temi: la riscossione e l’accertamento. Per quanto riguarda la riscossione, ricordo le cartelle fiscali non pagate sono arrivate a 1153 ed è impensabile che si recuperino i 420 milioni di vecchie multe del Comune Roma.

La delega fiscale, per quanto riguarda l’accertamento, prevede pertanto il discarico automatico dopo cinque anni: le cartelle sono come il latte, dopo un po’ scadono e le devi buttare via. Dopo cinque anni, infatti, è più costoso recuperare il “non riscosso” piuttosto che cercare di incassarlo”.

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