"Stop Timmermans, ora serve una Unione più sensibile verso cittadini e agricoltori"

L’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia: "A Parma i 20mila di Coldiretti hanno manifestato con l’Efsa"

"Stop Timmermans, ora serve una Unione più sensibile verso cittadini e agricoltori"
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Un'Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini, anche attraverso una maggiore attenzione nella valutazione dei cibi sintetici, cioè ottenuti con colture cellulari e fermentazione di precisione. È la richiesta scaturita dalla piazza dei 20mila agricoltori radunati ieri a Parma sotto le bandiere gialle di Coldiretti guidati dal presidente Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. Dalla piazza è emerso anche che la trasparenza sugli scaffali Ue non potrà essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli europei in termini di utilizzo di agrofarmaci e rispetto dei diritti dei lavoratori. A Parma c'era anche Luigi Scordamaglia, capo area mercati e politiche comunitarie di Coldiretti e ad di Filiera Italia, oltre che paladino del Made in Italy.

Scordamaglia, non capita spesso di vedere Coldiretti in sintonia con la Ue. Una manifestazione così numerosa di agricoltori a favore dell'Efsa, l'autorità Ue per la sicurezza alimentare, appare sorprendente viste le tensioni anche recenti con Bruxelles.

«Nessuna sorpresa. Ieri Coldiretti ha dato una grande prova di dialogo sociale con 20mila agricoltori che hanno sfilato nel cuore della food valley italiana a sostegno di un'Europa sempre più a tutela della sua agricoltura, dei suoi territori e soprattutto dei suoi cittadini consumatori. Non in conflitto, ma invece alleati di quelle istituzioni come Efsa che sono il baricentro della struttura europea che garantisce la sicurezza del cibo».

Una dimostrazione così partecipata fa pensare a obiettivi condivisi.

«Il direttore generale di Efsa ci ha voluto incontrare condividendo le preoccupazioni sollevate da Coldiretti e fornendo risposte alle nostre istanze. Addirittura ha precisato che la richiesta di Coldiretti di fare luce coincide con l'obiettivo Efsa».

Quali erano le preoccupazioni cui si riferisce?

«Abbiamo avanzato due richieste. La prima era che anche alle istanze pervenute prima dello scorso 1 febbraio vengano applicate le nuove linee guida Efsa adottate il 27 giugno 2024 e contenenti maggiori garanzie (in vigore da febbraio, ndr). L'autorità ci ha assicurato che nelle valutazioni dei prodotti destinati al consumo umano non verrà fatta alcuna differenza tra istanze presentate prima e dopo il febbraio di quest'anno».

Avete parlato anche dei rischi potenziali nei prodotti di laboratorio che non sono presenti tra i novel food finora valutati e approvati dall'Efsa?

«È la seconda preoccupazione. Abbiamo perciò chiesto e ottenuto che nella valutazione di questi prodotti siano utilizzati i tre livelli di analisi previsti dalle linee guida in vigore e dunque analisi relative alla letteratura scientifica, studi su sperimentazione animale e studi clinici sull'uomo».

Erano dunque strumentali gli allarmi di chi vi accusava di voler intimidire l'autorità Ue?

«Francamente non abbiamo tempo da dedicare alle accuse di politici senza praticamente elettori, ma con oligarchi come il finanziere George Soros alle spalle, che badano più agli interessi di chi specula in Borsa su latte a carni artificiali che alla salute delle persone».

Insomma, l'Europa non è più la matrigna cattiva da voi spesso contrastata per norme sperequate o inutilmente costose?

«Questa semplificazione non è mai valsa per Coldiretti che ha sempre ritenuto che l'Europa abbia contribuito in maniera importante alla serenità e alla speranza di milioni di uomini. Allo stesso tempo, proprio perché teniamo al futuro dell'Europa non abbiamo mai fatto mancare le nostre critiche ogni qualvolta ritenute necessarie. Siamo l'organizzazione che più di altre ha attaccato le follie del commissario Timmermans e ne siamo fieri perché la sua ideologia avrebbe portato a trasformare l'Unione in un grande mercato alla mercé delle altre aree produttive del mondo. Noi non siamo in guerra con l'Europa, ma la vogliamo più coraggiosa e più forte».

Dobbiamo dunque attenderci altre manifestazioni targate Coldiretti in favore dell'Unione?

«Coldiretti è in

mobilitazione permanente, per salvaguardare la produzione alimentare europea e nazionale, assicurando il diritto di accesso al cibo sano e di qualità per tutti. Per questo continueremo a mettere in campo tutte le nostre energie».

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