La Commissione europea ha preparato una relazione propedeutica a una procedura per deficit eccessivo per 7 Stati membri, fra cui l'Italia. Nella nota dell'Unione europea si legge che l'Unione europea "ha preparato una relazione per 12 Stati membri al fine di valutare la loro conformità al criterio del disavanzo dei Trattati". Per la valutazione è stato considerato il loro rapporto debito pubblico/Pil, che dev'essere inferiore al 60%, e il loro deficit, che dev'essere inferiore al 3% del Pil. L'apertura della procedura per disavanzo eccessivo è giustificata per Belgio, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. La Romania resta in procedura eccessiva, aperta nel 2020.
Nessuna sorpresa per l'Italia, come sottolinea Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia: "Era ampiamente prevista, lo avevamo detto già un anno fa. D'altronde con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3%". Quindi, ha aggiunto: "Abbiamo un percorso, che abbiamo avviato dall'inizio del governo, di responsabilità e di finanza pubblica sostenibile apprezzata dai mercati e dalle istituzioni europee. Andremo avanti così".
Dei 12 Stati sotto indagine, non vengono inseriti nella procedura la Repubblica Ceca, l'Estonia, la Spagna, la Finlandia e la Slovenia. "La Grecia e l'Italia, dopo aver registrato squilibri eccessivi fino all'anno scorso, non presentano più squilibri e le vulnerabilità sono diminuite, ma restano preoccupanti. I rischi di sostenibilità fiscale saranno esaminati in base alle regole di bilancio riformate", specifica la Commissione europea nella sua analisi. Per la Francia la comunicazione avviene in piena campagna elettorale e rischia di penalizzare Emmanuel Macron alle imminenti elezioni. L'analisi della sostenibilità del debito pubblico dell'Italia "indica rischi elevati" nel medio termine. Il rapporto debito pubblico/Pil, secondo lo scenario di base, "aumenta costantemente", e potrebbe toccare il 168% nel 2034.
A mitigare il rischio, come spiega la Commissione, c'è il fatto che una quota maggioritaria del debito pubblico sia detenuta da creditori nazionali. Inoltre, altro fattore positivo, il debito pubblico è completamente denominato in euro, cosa che esclude i rischi di cambio. A questi si aggiungono gli investimenti che l'Italia sta portando avanti nell'ambito del Next Generation Eu. L'attuazione di riforme e investimenti inclusi nel Piano di ripresa e resilienza dell'Italia sono in corso, ma servono "maggiori sforzi" per "completarli nei tempi" previsti, dice la Commissione. "L'Italia deve far fronte a vulnerabilità legate all'elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e ad alcune debolezze residue nel settore finanziario, che hanno rilevanza transfrontaliera", dice ancora la Commissione.
Nel caso di Francia e Italia, "gli squilibri fiscali e i rischi per la sostenibilità dovrebbero essere ridotti attraverso il rispetto delle traiettorie fiscali definite nei piani a medio termine nel quadro
del quadro di governance economica riformato, coerenti con la procedura per deficit eccessivo". Così ha spiegato il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles,- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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