La paura di un conflitto non spaventa solo l’Europa e anche nell’Estremo Oriente la possibilità di una guerra è un’ipotesi che non viene più ignorata. Nel continente asiatico Russia, Cina e Corea del Nord sono tra i Paesi impegnati a riscrivere l’equilibrio fra potenze sfruttando le difficoltà degli Stati Uniti alla vigilia dell’insediamento di Donald Trump. Sino ad ora si pensava che nella regione fossero più preoccupanti le mire di Pechino su Taiwan e le provocazioni di Pyongyang nella penisola coreana ma il Financial Times rivela adesso invece come potrebbe essere Mosca l’”agente del caos” più pericoloso.
Fonti occidentali hanno infatti mostrato al quotidiano britannico documenti segreti russi contenenti una lista di 160 obiettivi militari e civili in Giappone e Corea del Sud che Mosca colpirebbe in caso di conflitto. Tra i target individuati dalla Federazione e indicati nei documenti stilati tra il 2013 e il 2014 ci sarebbero strade, ponti e centrali nucleari. Le infrastrutture sarebbero state selezionate in particolare per impedire “il raggruppamento delle truppe in aree di scopo operativo”.
I primi 82 siti nell’elenco sono di natura militare e corrispondono a quartieri generali e locali, basi aeree e installazioni navali delle forze armate giapponesi e sudcoreane. Tra i restanti obiettivi, di natura civile, ci sono il tunnel Kanmon che collega le isole di Honshu e Kyushu e il complesso nucleare di Tokai in Giappone e, oltre a vari ponti, le acciaierie di Pohang e gli impianti chimici di Busan in Corea del Sud.
I documenti su cui ha messo le mani il Financial Times erano destinati agli ufficiali dell’accademia militare di armi combinate di Mosca e contengono la presentazione di un piano di attacco contro la base radar giapponese a Okushiri corredata persino da una gif che riproduce un’esplosione. Le slide contengono molti dettagli sugli obiettivi individuati. Tra queste, le misure precise degli edifici e la stima della forza necessaria per violare la difesa delle basi. Per i raid il Cremlino prevedeva l’utilizzo di missili subsonici non atomici Kh-101 che però non si sono dimostrati molto efficaci nell’operazione militare speciale contro l’Ucraina.
I piani della Federazione, i quali sarebbero ancora "rilevanti" per la strategia russa, denotano “la profonda preoccupazione di Mosca per il suo fianco orientale” esposto a qualsiasi conflitto con la Nato e vulnerabile agli attacchi da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati nella regione. William Alberque, esperto dello Stimson Center, afferma che i documenti e la decisione di Vladimir Putin di inviare in Ucraina 12mila soldati dell’alleato nordcoreano denotano come “i teatri di guerra europei e asiatici siano direttamente e inestricabilmente legati”. Alberque ha poi aggiunto che “l’Asia non può restare fuori dal conflitto in Europa, né l’Europa può restare a guardare se scoppia una guerra in Asia”.
In Giappone sono presenti oltre 52mila soldati americani, oltre 23mila in Corea del Sud ed entrambi i Paesi partecipano agli sforzi della coalizione occidentale che sostiene Kiev contro Mosca. Ad essere maggiormente preoccupati per le intenzioni dei russi potrebbero essere i giapponesi anche se per gli analisti le forze armate nipponiche avrebbero una percezione del pericolo superiore a quella dei civili. C'è inoltre un aspetto che toglie il sonno alle autorità di Tokyo.
In caso di conflitto con la Federazione esse temono di avere meno tempo per prepararsi rispetto a quanto accadrebbe con la Cina e la Corea del Nord. Uno scenario da incubo, la cosiddetta "escalation orizzontale", che vedrebbe la Russia colpire in Europa e allo stesso tempo in Asia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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