"Almeno 18 voli spia in due settimane": così Washington dà la caccia ai narcos

Aumentano i voli spia militari Usa al confine con il Messico allo scopo di raccogliere informazioni di intelligence sui cartelli della droga

"Almeno 18 voli spia in due settimane": così Washington dà la caccia ai narcos
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La stretta di Donald Trump in materia di immigrazione illegale e di lotta ai cartelli della droga non conosce limiti. Dopo la dichiarazione di emergenza nazionale proclamata dalla Casa Bianca non è solo il confine terrestre col Messico ad essere presidiato da migliaia di agenti della Border Patrol e da soldati. Infatti, come riportano funzionari Usa alla Cnn, le forze armate degli Stati Uniti hanno incrementato significativamente la sorveglianza dall'alto al fine di raccogliere informazioni di intelligence sulle organizzazioni criminali messicane.

Nelle ultime due settimane - o meglio, nell’arco di una decina di giorni tra fine gennaio e inizio febbraio - sofisticati aerei spia militari a stelle e strisce hanno condotto almeno 18 missioni sull’area sudoccidentale degli States e nello spazio aereo internazionale attorno alla penisola della Baja California. Un numero senza precedenti se si considera che prima dell’insediamento di The Donald tali voli si svolgevano in media una volta al mese essendo per lo più autorizzati per studiare l’attività russa in Ucraina o per individuare sottomarini appartenenti a Mosca o a Pechino.

Almeno 11 delle missioni segrete hanno visto l’impiego di velivoli con avanzati sistemi radar. Inoltre, una ricognizione durata quasi sei ore il 3 febbraio scorso è stata condotta da un aereo spia U-2. Quest’ultimo, ricorda l’emittente all news di Atlanta, è una tipologia di velivolo famoso sin dai tempi della competizione con l'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda ma che vari ufficiali militari non ricordano di aver mai visto in azione contro i narcos.

Pur sorvolando un'area di frontiera, gli aerei sono comunque in grado di raccogliere intelligence ben all’interno del territorio messicano. Non è al momento chiaro come l’amministrazione repubblicana intenda usare le informazioni carpite ma circolano indiscrezioni secondo cui esse potrebbero servire per ottenere l’inserimento di alcuni cartelli della droga nella lista delle organizzazioni terroristiche di Washington oppure per essere condivise con le autorità militari messicane.

C'è poi un'altra teoria. Secondo diversi alti funzionari della Casa Bianca le ricognizioni aeree avrebbero lo scopo di individuare obiettivi militari da colpire. Un’opinione corroborata dalle minacce di Trump su possibili bombardamenti di laboratori di fentanyl e su blitz delle forze speciali per stanare i capi dei narcos. Le missioni degli aerei militari Usa mostrano come Trump intenda assegnare in maniera prioritaria alle forze armate il compito di contrastare l’immigrazione illegale e il traffico di droghe. Peraltro la svolta impressa dal tycoon in tali materie ha investito anche la Cia: il suo nuovo direttore, John Ratcliffe, ha nominato la Cina e i cartelli della droga come avversari degli Stati Uniti e ha preannunciato operazioni di spionaggio e sotto copertura contro i narcotrafficanti.

Intanto alla frontiera ci si prepara ad un'escalation delle violenze.

Di ciò ne è convinto anche lo “zar dei confini” Tom Homan che in un’intervista ad Abc News ha ricordato i raid compiuti in passato dai cartelli della droga ai danni dell’esercito messicano. Inoltre, negli scorsi giorni le autorità americane hanno messo in guardia gli agenti alla frontiera dalla minaccia di attacchi con droni kamikaze da parte delle gang criminali.

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