Arresti ed espulsioni: così il Texas sfida Biden sull'immigrazione

Il governatore repubblicano del Texas Gregg Abbott firma una legge che permetterà alla polizia di arrestare i clandestini attribuendo ai giudici il potere di espellerli dal Paese

Arresti ed espulsioni: così il Texas sfida Biden sull'immigrazione
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Il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott lancia una nuova sfida all’amministrazione democratica guidata dal presidente Joe Biden. Abbott ha firmato una legge che permetterà alle forze di polizia dello Stato di arrestare i clandestini che attraversano illegalmente la frontiera attribuendo ai tribunali locali il potere di espellerli dal Paese. Si annuncia pertanto uno scontro costituzionale. Il governo federale infatti di norma detiene la competenza legislativa e attuativa nelle questioni legate al controllo dell’immigrazione. Su questo tema il governatore ha ingaggiato una dura lotta non solo con il presidente ma anche con città e Stati "blu" amministrati da esponenti del partito democratico trasferendo con i pullman a partire dall’agosto del 2022 oltre 65mila migranti.

La cerimonia per la firma del provvedimento è stata trasmessa in live streaming da Brownsville, una cittadina al confine tra gli Stati Uniti e il Messico diventata uno degli epicentri della crisi migratoria che ormai da mesi investe il Paese ed è al centro della campagna elettorale per le presidenziali dell’anno prossimo. “L’inazione deliberata di Biden ha decimato l’America” ha dichiarato il governatore secondo il quale da quando il presidente democratico è entrato in carica circa otto milioni di persone sono entrate illegalmente negli Usa. Abbott ha inoltre affermato che il Texas è stato lasciato a “badare a sè stesso”.

La legge, denominata Sb4, dovrebbe entrare in vigore a marzo e dopo il fermo degli irregolari da parte della polizia del Lone Star State prevede che i clandestini arrestati possano decidere se acconsentire all’ordine di un giudice texano di lasciare il territorio americano oppure essere perseguiti per l’ingresso illegale con pene che vanno dai sei mesi ai 20 anni di carcere in caso di recidiva. In Texas l'iniziativa del governatore ha scatenato polemiche e timori tra gli ispanici che rappresentano il 40% della sua popolazione ed è stata definita da uno dei gruppi di difesa dei diritti civili, l’American Civil Liberties Union (Aclu), come “una delle leggi anti-immigrazione più radicali mai approvare da qualsiasi Stato”.

Abbott tira dritto difendendo la costituzionalità della Sb4 e siglando anche un'altra norma che prevede lo stanziamento di un miliardo e mezzo di dollari per la prosecuzione della costruzione del muro al confine con il Messico. È comunque molto probabile che la legge appena approvata verrà contestata nelle aule di tribunale sino ad arrivare alla Corte Suprema. Un risultato che farebbe parte dei piani del governatore repubblicano che punterebbe proprio ad ottenere un nuovo pronunciamento da parte della massima corte. Nel 2012 i giudici della Corte di Washington furono chiamati ad esprimersi su un provvedimento dell'Arizona confermando la competenza del governo federale sul tema dell'immigrazione.

Abbott spera quindi che la nuova maggioranza conservatrice in seno alla Corte determinata dalle nomine approvate durante la presidenza di Donald Trump possa stabilire un’estensione delle prerogative dei singoli Stati infliggendo così un duro colpo alle politiche di Biden sempre più in difficoltà nei sondaggi e nella campagna per la sua rielezione.

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