Circa 200 soldati boliviani sono tenuti in ostaggio dai fedelissimi dell'ex presidente Evo Morales, inseguito alle proteste antigovernative iniziate tre settimane fa. Ieri, tre unità militari sono state attaccate da gruppi irregolari nella zona del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba, prendendo in ostaggio più di duecento soldati da tre caserme, secondo quanto riferisce il Ministero degli Esteri.
Lo scontro Arce-Morales
Gli assalitori avrebbero anche razziato armi da guerra e munizioni per rifornirsi. Nella medesima regione, il governo boliviano ha inviato l'esercito per aiutare la polizia a sbloccare e mettere in sicurezza le strade invase dai sostenitori di Morales. L'ex presidente è al centrodi un'indagine penale per un caso di stupro a rpoposito del quale si professa innocente e che i suoi sostenitori denunciano come l'ennesimo tassello di una "persecuzione giudiziaria e politica" da parte del governo di Luis Arce, ex ministro e alleato di Morales. Solo pochi giorni fa Morales era uscito illeso dopo quattordici colpi d’arma da fuoco contro la sua auto.
Il governo ha anche comunicato la sua piena disponibilità e predisposizione al dialogo con tutti i settori sociali del Paese, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri boliviano, "ma ha chiarito che ciò non sarà possibile finché il popolo boliviano continuerà a essere vittima di abusi da parte di questi gruppi che non sono interessati all'economia nazionale e popolare e che cercano solo di realizzare gli interessi personali ed elettorali di un ex presidente". In un comunicato stampa, Morales ha annunciato che, per dare priorità al dialogo, iniziera uno sciopero della fame.
Ulteriori accuse per Morales
Il Paese rischia di incendiarsi dopo l'ennesimo episodio che vede una guerra intestina nel Mas che va avanti da quando è stato spiccato un mandato d’arresto nei confronti dell’ex presidente dopo che questo non si è presentato a testimoniare nel un processo per stupro e tratta che lo vede coinvolto. A puntare il dito contro l'ex presidente, ache il suo omologo argentino Javier Milei: al caso di abuso di minori già aperto in Bolivia si aggiungerebbe qualcosa di ancora più aberrante. L'ex presidente socialista è accusato di aver vissuto con quattro adolescenti durante l'asilo politico che il kirchnerismo gli aveva concesso. "Il peggiore dei crimini, sul nostro territorio. Per questo, 15 giorni fa, abbiamo presentato una denuncia per presunta commissione di reati di tratta di esseri umani e abuso sessuale", ha tuonato Milei dai suoi social.
Arce annuncia gli sgomberi
Arche, intanto, Arce, ha annunciato la rimozione di alcuni dei blocchi stradali eretti da oltre due settimane dai sostenitori del suo predecessore. Un primo passo che ha permesso di liberare la strada che da Cochabamba, feudo elettorale di Morales, porta verso Oruro, a occidente. "Continueremo a lavorare fino a liberare questa provincia dal sequestro cui è sottoposto", ha scritto Arce su X. Il presidente ha quindi espresso "solidarietà ai poliziotti feriti" durate l'operazione, e ai militari presi in ostaggio dai manifestanti nelle incursioni effettuate venerdì in tre caserme. "Torniamo a chiedere che si rimuovano tutti i blocchi.
Il nostro governo ha sempre scommesso sul dialogo, ma nessun dialogo è possibile fino a quando si continua a soffocare l'economia delle famiglie boliviane e si violi il diritto ad accedere agli alimenti, al combustibile e ai medicinali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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