Lo zar rimane sul trono. Secondi i dati degli exit poll citati dall'agenzia Tass, Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali russe con l’88% dei voti. Manterrà il governo della Russia per i prossimi sei anni, ricoprendo il ruolo di presidente della Federazione per il terzo mandato consecutivo (quinto in totale). I suoi avversari, il comunista Nikolai Kharitonov, Vladislav Davankov del Partito popolare e il liberal-democratio Leonid Slutsky, hanno ottenuto rispettivamente il 4,7%, il 3,6% e il 2,5% delle preferenze.
Il presidente russo, in carica ininterrottamente dal 2012, ha ottenuto un record di consensi superando 76,69% del 2018. Molto alta l'affluenza alle urne, anche nelle regioni occupate dell'Ucraina annesse con dei referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale. In totale, nei tre giorni di votazione si è recato alle urne il 74,3% degli aventi diritto. Stando ai dati riportati dalla Commissione elettorale centrale della Federazione, nella sola regione di Mosca il 73,33% dei cittadini ha espresso la propria preferenza ai seggi. "Congratulazioni a Vladimir Putin per la sua brillante vittoria alle elezioni presidenziali russe", ha scritto su Telegram vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha riferito di aver comunicato risultati al presidente, mentre il ministero degli Interni di Mosca ha dichiarato di non aver rilevato alcuna violazione che potesse inficiare le percentuali delle preferenze.
Anche Putin ha commentato la vittoria, commentando come l'appello della vedova di Navalny non abbia avuto alcun effetto. "Anche io ho detto di andare a votare, se lo fa anche l'opposizione è comunque un appello al voto", ha aggiunto, sottolineando anche come nessuno riuscirà a "spaventarci", che tutti gli obiettivi della Russia saranno raggiunti e che ci sono le condizioni affiché la Russia si "più forte e più efficace". "Posso dire con assoluta fiducia che tutti i piani piuttosto grandi, se non grandiosi in alcuni settori, che sono stati concepiti e di cui ho recentemente parlato nel mio messaggio all'Assemblea federale, tutti questi compiti saranno sicuramente risolti e gli obiettivi saranno certamente raggiunti", ha affermato alla stampa.
Il risultato di queste elezioni non è una sorpresa. Il trionfo di Putin era già scritto ed era decisamente improbabile un capovolgimento che lo privasse del controllo sul Paese. Nonostante questa vittoria annunciata del regime, l'opposizione raccoltasi attorno alla figura di Alexei Navalny ha fatto sentire la sua voce. In centinaia hanno aderito all'iniziativa "Polden protiv Putina", ideata dal dissidente morto in carcere il 16 febbraio e rilanciata sia dalla vedova Yulia, sia dai candidati a cui non è stato permesso di presentarsi per vizi di forma e cavilli legali. Lunghe code si sono formate fuori dai seggi di tutta la Federazione e anche fuori dalle varie ambasciate russe nei vari "mezzogiorno" indicati come l'ora "X" per tutti coloro che hanno voluto esprimere il proprio dissenso. Le autorità hanno risposto con una raffica di arresti, fermando almeno 74 persone in 17 città.
Lo stesso Putin, nel suo discorso dopo il voto, ha voluto ricordare l'oppositore morto il 16 febbraio scorso in circostanze poco chiare in una colonia penale: "Per quanto riguarda il signor Navalny: sì, è morto, ed è sempre un evento triste", ha detto, "Ma ne abbiamo avute altre nelle nostre carceri. E questo non è mai successo negli Stati Uniti? C'era l'idea di scambiare Navalny con coloro che si trovano nei Paesi occidentali, e ho accettato, volevamo scambiarlo in modo che non tornasse, ma è avvenuta questa morte, così è la vita".
Dall'esterno non hanno tardato ad arrivare le prime reazioni alla vittoria dello zar. "È chiaro a tutti che questo personaggio, come è successo tante volte nella storia, è semplicemente ubriaco di potere e sta facendo tutto il possibile per regnare in eterno", ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il ministero degli Esteri polacco ha diffuso un comunicato in cui ha dichiarato che le elezioni in Russia "non sono legali, libere ed eque", aggiungendo che il voto si è svolto "in mezzo a dure repressioni" e in violazione del diritto internazionale. Parole, queste, rilanciate anche dalla Casa Bianca, che ha definito le consultazioni "ovviamente né libere, né giuste". Opinione condivisa dal ministro degli Esteri italiano: "Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente", ha scritto su X Antonio Tajani, "Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all’Ucraina nel rispetto del diritto internazionale".
Dure critiche sono arrivate anche dalla Gran Bretagna, tramite il ministro degli Esteri David Cameron: "Le urne si sono chiuse in Russia, a seguito dello svolgimento illegale delle elezioni sul territorio ucraino, della mancanza di scelta per gli elettori e dell'assenza di un monitoraggio indipendente da parte dell'Osce. Non è questo l’aspetto delle elezioni libere ed eque".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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