Sottomarino nucleare contro Pechino: la mossa Usa e quei dubbi sulla flotta cinese

Gli Stati Uniti annunciano il prossimo trasferimento sull'isola di Guam di un sottomarino nucleare in funzione anticinese. Nel frattempo il Congresso lancia l'allarme per la supremazia di Pechino nel Pacifico occidentale

Sottomarino nucleare contro Pechino: la mossa Usa e quei dubbi sulla flotta cinese
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Il Medio Oriente non è l’unica regione in fiamme. Ce n’è infatti un'altra che include l'intero Oceano Pacifico dove la tensione monta costantemente da anni. Una circostanza che, come nel celebre aneddoto dell’aragosta a mollo nella pentola, potrebbe condurre ad un improvviso precipitare degli eventi e ad un conflitto tra vicini o, addirittura, tra superpotenze. Non è dunque un caso che qui più che altrove gli Stati Uniti cerchino di contrastare l’avanzata di una Cina più assertiva che mai.

A riprova di quanto sia delicato l’equilibrio regionale, Washington ha deciso di trasferire dalle Hawaii a Guam il sottomarino a propulsione nucleare Uss Minnesota. Riprende vigore così la strategia basata sulle due catene di isole ideata dai generali del Pentagono sin dai tempi della Guerra Fredda per contenere le mire di Pechino. Allora un’ipotesi quasi fantapolitica, oggi una realtà incontestabile.

Guam appartiene alla seconda catena di isole che si estende da alcuni territori del Giappone alla Papua Nuova Guinea mentre la prima consiste in un “cordone sanitario” che abbraccia, tra gli altri, l'heartland nipponico, Taiwan e Filippine. Voci su un riposizionamento dell'Uss Minnesota, che sarà effettivo da ottobre, si rincorrevano da quando alcune settimane fa il sottomarino della classe Virginia aveva effettuato delle esercitazioni a seguito di lavori di manutenzione eseguiti presso il porto di Pearl Harbor.

La mossa di Washington è stata confermata a Newsweek dal Comando della Flotta Usa nel Pacifico e permetterà agli Stati Uniti di potenziare la propria forza navale nell’area. Guam infatti si trova a circa 2500 chilometri dallo Stretto di Taiwan e dal Mar Cinese Meridionale e al momento ospita altri quattro sommergibili americani oltre ad una base aerea e una dei Marines.

Sebbene le ultime amministrazioni alla Casa Bianca, da Barack Obama a Joe Biden passando per Donald Trump, abbiano cercato di contrastare Pechino, molti analisti ritengono che tale obiettivo sia ancora lontano dall’essere raggiunto. Le difficoltà del Pentagono hanno trovato conferma questa settimana con la pubblicazione del rapporto stilato da una commissione bipartisan del Congresso sulla strategia di difesa nazionale. Nel documento viene infatti messo nero su bianco che “la Cina ha superato gli Stati Uniti e ha ampiamente negato il vantaggio militare Usa nel Pacifico occidentale grazie a due decenni di investimenti bellici”.

Pechino può contare sulla più grande forza navale al mondo. Oltre 370 tra navi e sommergibili, in gran parte concentrata proprio nel Pacifico occidentale. La Us Navy ha invece all'attivo meno di 300 unità navali dislocate però in varie parti del globo. Il documento presentato al Congresso menziona la Cina insieme a Russia, Iran e Corea del Nord tra gli avversari di Washington e contiene un'esortazione ai legislatori affinchè vengano aumentati gli stanziamenti per la costruzione di infrastrutture marittime e basi militari in Asia.

In assenza di tali sforzi e rebus sic stantibus, gli Stati Uniti, si legge nel rapporto, non sono pronti ad un conflitto che potrebbe esplodere da un momento all’altro rischiando di saldarsi con altri focolai e di sfociare così in una vera e propria guerra mondiale.

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