Incubo nei cieli israeliani: così i droni di Hezbollah mandano in tilt la difesa di Tel Aviv

In caso di guerra aperta contro Israele, i miliziani libanesi potrebbero scatenare micidicali attacchi con velivoli senza pilota sempre più difficili da intercettare

Incubo nei cieli israeliani: così i droni di Hezbollah mandano in tilt la difesa di Tel Aviv
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Un cubo di Rubik nei cieli israeliani. È così che i militari dell’Idf hanno descritto al Wall Street Journal la nuova minaccia che lo Stato ebraico si ritrova ad affrontare a oltre nove mesi dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo spazio aereo dello Stato ebraico è infatti attraversato senza tregua da droni, velivoli e persino stormi di uccelli la cui tempestiva identificazione, vitale per la sicurezza del Paese, risulta sempre più complicata. A riprova dell’incubo per la difesa di Tel Aviv, lo scorso venerdì gli Houthi hanno messo a segno un clamoroso colpo centrando un edificio della capitale commerciale di Israele con un drone senza pilota lanciato dallo Yemen.

Stiamo cercando di capire perché non lo abbiamo identificato, attaccato e intercettato”, ha fatto sapere Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, mentre una prima indagine condotta dagli stessi militari attribuisce ad un errore umano il mancato abbattimento del velivolo senza pilota che ha causato la morte di una persona e diversi feriti tra la popolazione. La versione dell’Idf più che rassicurare ha però sollevato interrogativi sulle effettive capacità difensive di Israele alla vigilia dell’apertura di un possibile nuovo fronte di guerra a nord con gli Hezbollah, un altro movimento parte dell’Asse della resistenza manovrato dall'Iran.

Nelle stesse ore in cui gli Houthi colpivano Tel Aviv, i miliziani del Partito di Dio lanciavano una sessantina di missili contro il territorio israeliano confermando di non temere la rappresaglia più volte evocata dal governo guidato dal premier Benjamin Netanyahu. Secondo gli esperti, il movimento sciita con base in Libano disporrebbe di oltre 150mila tra missili e razzi e si stima che nel 2006, anno dell’ultimo conflitto diretto con Israele, i militanti libanesi siano stati in grado di effettuare circa 200 lanci al giorno. Un numero che oggi, in caso di guerra aperta, raggiungerebbe quota 1500 lanci.

Ai missili su cui può fare affidamento Hezbollah bisogna aggiungere un arsenale di circa 2500 droni. Come visto nel caso dell’attacco a Tel Aviv, se i razzi sono più facilmente intercettati dal sistema dell’Iron Dome, la cupola di ferro israeliana, le dimensioni più contenute e una bassa emissione di calore prodotta dai velivoli senza pilota, per non parlare dei loro costi contenuti, ne rendono più complicata l’identificazione e la conseguente neutralizzazione da parte dell’idf.

Il modus operandi seguito sin qui dai miliziani libanesi prevede il lancio di numerosi droni o, almeno di un paio di essi con due funzioni distinte. Il primo velivolo effettua attività di ricognizione, il secondo esplode sul target assegnato, solitamente una base militare o un villaggio al confine settentrionale israeliano. Non mancano poi attività di sorvolo per provocare i comandi dell’Idf o attacchi contro sistemi radar e antidroni.

Tel Aviv, constatata la quasi impossibilità di abbattere con l’Iron Dome i velivoli senza pilota di Hezbollah - circa 1000 quelli lanciati dall’inizio della guerra nella Striscia – e non avendo al momento altri strumenti a disposizione, ricorre spesso all'impiego degli F-16. Un'opzione che, oltre a mettere in pericolo la vita dei piloti, rischia di prosciugare le casse dello Stato ebraico. Per l’Institute for National Security Studies un drone del Partito di Dio costa poco meno di 5mila euro. Un'ora di volo di un caccia comporta invece una spesa di poco più di 40mila euro. Ancora più vertiginoso il costo, quasi 100mila euro, se la neutralizzazione dei velivoli senza pilota viene effettuata dalla cupola di ferro.

In queste ore il premier Netanyahu è atteso negli Stati Uniti dove incontrerà Joe Biden, Kamala Harris e il candidato repubblicano Donald Trump e la sua visita si svolge mentre Washington è alle prese con una campagna elettorale al cardiopalma.

Come ricordano i continui scambi di artiglieria al confine col Libano e l’esplosione a Tel Aviv, il deflagrare di una guerra tra Israele e Hezbollah potrebbe però spostare ancora una volta l'attenzione degli States sulla crisi senza fine in Medio Oriente e rappresentare il primo vero banco di prova per la vicepresidente prossima all'investitura ufficiale del partito democratico.

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