A parti invertite verrebbe giù il finimondo. Sentite cosa ha dichiarato l’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran, in una dichiarazione postata sui social il giorno di Natale: "Se Gesù fosse tra noi oggi, non avrebbe esitato nemmeno un momento a lottare contro i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale, né avrebbe tollerato la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinti dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza".
Con chi ce l'ha Khamenei? In passato con il termine "arroganza globale" i politici iraniani hanno descritto quello che loro considerano Satana, gli Stati Uniti d'America. E ovviamente anche Israele. Colpisce, ovviamente, la profonda strumentalizzazione della figura cardine del cristianesimo. Immaginatevi se una cosa simile, citando Maometto, l'avesse pronunciata non tanto il Papa ma anche soltanto un sacerdote.
Botta e risposta Damasco-Teheran
Ieri, intanto, c'è stato un acceso botta e risposta tra l'Iran e la Siria. "È ancora troppo presto per giudicare il futuro della Siria - ha detto il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghch - poiché molti fattori potrebbero ancora influenzare in modo significativo la situazione politica"nel Paese del dopo-Assad. Secondo il ministro, riporta l'agenzia iraniana Isna, coloro che "oggi si sentono i vincitori sicuri" non dovrebbero gioire troppo presto.
Queste parole sembrano una risposta ad Assaad Hassan al-Shibani, il nuovo ministro degli Esteri siriano, che ha ammonito
l'Iran, per anni sostenitore di Assad, affinché rispetti la volontà del popolo siriano: "Li mettiamo in guardia contro la diffusione del caos in Siria e li riteniamo responsabili per le conseguenze delle ultime dichiarazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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