Kim e la figlia svelata: il messaggio del regime davanti al razzo nucleare

Il dittatore mostra per la prima volta la bimba: celebra la dinastia e (forse) prepara il futuro

Kim e la figlia svelata: il messaggio del regime davanti al razzo nucleare

Una notizia per tutti gli odiatori e le odiatrici a senso unico in servizio permanente effettivo. Quelli che si sono indignati (e indignate) dopo aver visto la piccola Ginevra al seguito della mamma, la premier italiana Giorgia Meloni, al G20 di Bali in Indonesia, riscontrando in questo viaggio intollerabili storture genitoriali e inammissibili privilegi sbattuti in faccia al mondo intero. La notizia è questa: siete fortunatissimi, perché nel giro di pochi giorni vi viene offerta una seconda, imperdibile occasione per manifestare la vostra superiorità morale. C’è infatti un’altra bambina, figlia di un uomo di potere (assoluto, in questo caso) che è stata condotta su un palcoscenico pubblico e forse – ci permettiamo di osservare – in circostanze criticabili per davvero, e non per gettar fango contro una donna politica che avete sullo stomaco. Stiamo parlando della figlioletta del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un. Un signore che tiene il suo popolo sotto severissima sorveglianza poliziesca e altrettanto rigida dieta alimentare, perché i denari che risparmia sul cibo a loro destinato (non sul suo: il signor Kim è ampiamente sovrappeso) li investe in testate atomiche e in missili con cui è uso minacciare i Paesi vicini, ma anche gli Stati Uniti «nemici del proletariato»: e di questo arsenale va particolarmente orgoglioso, soprattutto perché è la sua vera assicurazione sulla vita. Kim Jong-un, che è figlio e nipote di altri due dittatori stalinisti che dal 1948 hanno tramandato il potere in una sorta di grottesca dinastia rossa, ha un’ossessione per la segretezza. Non si sa esattamente nemmeno quando sia nato (si stima che sia prossimo alla quarantina), e si ritiene che abbia tre figli, praticamente mai mostrati in pubblico. E così, quando ieri sono state diffuse alcune fotografie del Numero Uno in compagnia di una bambina, c’è stata molta sorpresa. Ora, il punto è che Kim Jong-un ha ritenuto opportuno mostrare ai suoi sudditi e al mondo la sua bimbetta dal nome sconosciuto (la didascalia ufficiale la qualifica con uno stereotipo, «la sua Amata figlia», così come lui è di solito nominato come «il Giovane Maresciallo», suo padre Kim Jong-il come «il Caro Leader», e suo nonno Kim Il-sung, morto nel 1994 ma attuale Presidente Eterno perché in Corea del Nord funziona così, è «il Grande Leader») mentre le mostrava il giocattolo preferito di papà: un bel missilone Hwasong-17, concepito per arrivare a colpire le coste della California con testata atomica. La bambina, coda di cavallo ben pettinata, giacca a vento candida e scarpette rosso-Partito, viene mostrata mano nella mano col padre dittatore intenta a osservare la mostruosa arma montata su un mezzo militare e in un’altra immagine – alla presenza anche della madre di nome Ri Sol-ju – mentre tutta la famigliola assiste da un belvedere al lancio dimostrativo di un altro missile. Tutto questo accade nel bel mezzo di un’intensa campagna di test di lancio e mentre a Washington e in Corea del Sud ci si aspetta in qualsiasi momento un nuovo minaccioso esperimento nucleare nordcoreano. Naturalmente, gli osservatori internazionali hanno subito preso a lambiccarsi il cervello.

C’è forse, dietro l’imprevista scelta di mostrare la figlia senza nome in una simile occasione, un intento dimostrativo? La volontà di indicare una linea di discendenza del potere? O forse Kim voleva far intendere che, oltre che un dittatore sanguinario, lui rimane un normale padre di famiglia, uno che porta la figlioletta con sé al lavoro? Saperlo... Attendiamo intanto adeguati segni di indignazione dai ben noti odiatori nostrani, che sono solitamente anche pacifisti di professione. Certi che sapranno distinguere tra un lavoro rispettabile e uno infame. O no?

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