"Ha finanziato Biden". Bufera sul giudice che indaga Trump

Juan Merchan, il giudice che presiede il procedimento contro Donald Trump a New York, è stato accusato di aver contribuito attivamente alla rielezione dei politici democratici, Joe Biden in primis

"Ha finanziato Biden". Bufera sul giudice che indaga Trump

Trump aveva detto che il giudice Juan Merchan "lo odia". Probabilmente, il tycoon non ha tutti i torti. Ora emergono ulteriori dubbi sull'imparzialità del processo a cui è sottoposto l'ex presidente Donald Trump a Manhattan. Motivo? Il giudice a cui è stato assegnato il caso Stormy Daniels ha donato in passato piccole cifre, se vogliamo simboliche, ai democratici. Di certo non è un supporter di Trump.

Nello specifico, nel 2020 ha versato 35 dollari ai dem, di cui 15 dollari alla campagna di Joe Biden e i rimanenti 10 dollari a un gruppo che si oppone alll'eredità "della destra radicale di Donald Trump". I registri della Commissione elettorale federale dimostrano infatti che Merchan ha effettuato queste tre mini donazioni nell'arco di due giorni nel luglio 2020 attraverso ActBlue, la piattaforma di raccolta fondi online preferita dal Partito democratico Usa.

Le donazioni del giudice ai dem

Merchan ha donato 10 dollari al Pac Stop Republicans, legata al Progressive Turnout Project, che si descrive come "uno sforzo finanziato dalla base dedicato a resistere al Partito Repubblicano e all'eredità radicale della destra di Donald Trump". Che si tratti effettivamente di Merchan lo dimostrano i registri delle donazioni: il giudice di origine colombiana ha elencato infatti la sua occupazione come "giudice" sul modulo di donazione e il suo luogo di lavoro come l'Ufficio giudiziario dello Stato di New York. Ma i legami tra il giudice il Partito democratico Usa non finiscono qui.

Il figlio maggiore dell'ex presidente, Donald Trump Jr., ha infatti condiviso un link sui suoi profili social con una foto che ritrae la figlia di Merchan, Loren, al lavoro per la campagna presidenziale di Joe Biden-Kamala Harris. Secondo il suo profilo Linkedin, la figlia del giudice avrebbe infatti lavorato da febbraio 2019 al dicembre dello stesso anno come direttore figitale per la campagna presidenziale dem. Successivamente avrebbe continuato a lavorare per i dem attraverso Authentic Campaigns, che vanta tra i propri clienti proprio l'accoppiata Joe Biden/Kamala Harris e altri esponenti del partito democratico come Cory Booker.

E Trump chiede di spostare il processo

La richiesta dell'ex presidente e dei suoi legali è quella di spostare il processo nell'unico quartiere di New York dove nel 2016 e nel 2020 ha prevalso sui democratici: Staten Island. Secondo Trump, infatti, il tribunale di Manhattan rappresenta una "sede molto di parte, con alcune aree che hanno votato 1% repubblicano", come scrive sul suo social Truth. Al contrario Staten Island, "sarebbe un luogo molto imparziale e sicuro per il processo".

Martedì Trump si è dichiarato non colpevole presso il tribunale penale di Manhattan per 34 capi d'accusa relativi al reato di falsificazione di documenti aziendali collegati a tre presunti pagamenti in denaro, tra cui uno all'ex pornodiva Stormy Daniels durante la sua campagna presidenziale del 2016. E ora? Con la prossima udienza attualmente fissata per il 4 dicembre, i pubblici ministeri e la difesa avranno la possibilità di presentare una serie di mozioni prima del processo.

Tali mozioni possono includere una richiesta di archiviare le accuse a titolo definitivo; una contestazione di elementi di prova specifici, o richieste di cambiare sede la sede processo. Gli avvocati di Trump possono infatti chiedere "un trasferimento di sede perché pensano che non si possa avere un processo equo a Manhattan", ha spiegato ai media Usa Matthew Galluzzo, ex procuratore dell'ufficio del procuratore distrettuale di New York.

Ci sarà una giuria? La difesa probabilmente vorrà evitare questa opzione, e chiederà che il giudice faccia da giuria e prenda la decisione finale.

Se l'accusa non accetterà questa via, verrà avviato il processo di selezione della giuria che inizierebbe prima del processo, dove i pubblici ministeri e la difesa dovranno concordare 12 giurati che ritengono imparziali.

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