Meloni incontra re Abdallah: gli sforzi sui prigionieri, la guerra e i problemi umanitari

"Italia e Giordania sono in prima linea per favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti e per la liberazione degli ostaggi", si legge in una nota di Palazzo Chigi

Meloni incontra re Abdallah: gli sforzi sui prigionieri, la guerra e i problemi umanitari
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Per dipanare l'intricata matassa della guerra tra Israele e Hamas proseguono, a ritmo serrato, gli sforzi diplomatici e i colloqui tra i leader internazionali. L'Italia è impegnata in prima fila. A Palazzo Chigi si è svolto un colloquio tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il re di Giordania Abdallah II Ibn Al Hussein. All'incontro, durato circa 50 minuti, hanno preso parte anche il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani e il vicepremier e ministro degli Esteri giordano Safadi.

Il re giordano ha invitato a mobilitarsi per impedire che la guerra si allarghi alla Cisgiordania e al resto della regione, al contempo ha esortato la comunità internazionale a condannare gli attacchi "indiscriminati contro civili innocenti", sottolineando che "il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario si applicano a tutti indipendentemente dalla identità e dalla nazionalità".

Abdullah II dice no ai tentativi di "spostare con la forza i palestinesi da tutti i loro territori o a provocarne lo sfollamento estendendo la crisi ai paesi vicini". Per il sovrano "è necessario lavorare per trovare un orizzonte politico che garantisca la realizzazione una pace giusta e globale sulla base della soluzione dei due Stati e delle risoluzioni di legittimità internazionale".

Meloni e re Abdullah II

Una nota di Palazzo Chigi sottolinea che Italia e Giordania sono in prima linea per favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti e per la liberazione degli ostaggi. Il colloquio, si legge ancora, "ha rappresentato anche un'occasione per uno scambio di vedute sulla necessità di rilanciare un orizzonte politico con le legittime Autorità palestinesi per il processo di pace israelo-palestinese". In altre parole, si deve ricominciare a dialogare con i palestinesi ponendo fine ai ricatti dei terroristi, trovando interlocutori alternativi. Come ce ne sono stati in passato.

Solo in questo modo si potrà ridimensionare la leadership di un movimento, come quello di Hamas, che ha dimostrato di non perseguire alcuno scopo se non quello della violenza e della distruzione del proprio nemico Israele.

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