Il bilancio della difesa di una nazione rappresenta un documento estremamente complesso da analizzare, dove il mero ammontare delle risorse stanziate rivela in realtà molto poco su di esso. La Repubblica Popolare Cinese rilascia annualmente un documento relativo alla propria spesa per la difesa che tuttavia non fornisce alcun dettaglio sulle priorità da esso perseguite. Viceversa, gli Stati Uniti rilasciano ogni anni un budget costituito da migliaia di pagine che coprono ogni aspetto delle priorità perseguite dal Pentagono. In secondo luogo, la differenza del potere d’acquisto relativo tra Washington e Pechino rende estremamente difficile stimare con precisione il reale ammontare del budget militare cinese.
A tal proposito, i ricercatori dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) hanno cercato di calcolare l’effettiva entità del bilancio della difesa di Pechino adottando il tasso di cambio di mercato tra dollaro e yuan. Sebbene tale metodologia sia riuscita a dimostrare come la Cina spenda per le proprie forze armate una cifra nettamente superiore a quella rilasciata pubblicamente, l’ammontare stimato dai ricercatori risulta tuttavia nettamente inferiore a quello calcolato dalla comunità d'intelligence statunitense.
A tal proposito, l’American Enterprise Institute (AEI), importante think tank statunitense, ha redatto un report volto a stimare con maggiore precisione il budget militare cinese. La metodologia utilizzata dall’AEI consiste nell’impiegare come metro di giudizio non la semplice differenza di potere d’acquisto relativo, ma bensì la differenza di potere d’acquisto relativa al settore della difesa. Il tasso di cambio di mercato tra dollaro e yuan non tiene infatti conto dei costi del lavoro cinesi, nettamente più ridotti rispetto alle controparti americane.
Contestualmente, il costo dei beni negli Stati Uniti risulta notevolmente più alto rispetto alla Cina. Sulla base di ciò, l’AEI stima che il reale potere d’acquisto della Repubblica Popolare Cinese in relazione al settore della difesa sia significativamente più elevato rispetto a quanto preventivato dal SIPRI e dall’ISS. Contemporaneamente, l’AEI tiene conto anche di un’ulteriore variabile, ossia la presenza di spese non riportate da Pechino all’interno del proprio budget per la difesa, ma direttamente collegate a quest’ultimo. Poiché le autorità cinesi non rilasciano tali cifre, i ricercatori del think tank hanno impiegato dei vecchi documenti per analizzarle, aggiustando l’ammontare al tasso di crescita del budget militare cinese.
Il budget ombra
La spesa militare cinese viene divisa in tre settori: personale, 85 miliardi, addestramento e mantenimento (76 miliardi) ed equipaggiamento (68 miliardi). Nel 2022 il documento rilasciato dalla Cina indicava un ammontare di spesa pari a 229 miliardi di dollari. Il potere d’acquisto di Pechino viene calcolato applicando il tasso di cambio tra yuan e dollaro stimato dalla Banca Mondiale, ossia 3.99 yuan per dollaro. A questo viene aggiunta la differenza relativa tra il salario annuo dei dipendenti federali americani e le controparti cinesi, nello specifico: 79.137 dollari e 18.341 dollari.
Utilizzando tale metro di giudizio, le tre categorie del bilancio militare cinesi risultano finanziate da un ammontare di denaro molto più elevato. Il budget per l’equipaggiamento ammonta infatti a 135 miliardi, ben 50 in più rispetto a quanto rilasciato alle autorità cinesi. La spesa per l’addestramento e il mantenimento arriva invece a 121 miliardi. Infine, le spese per il personale vengono addirittura quadruplicate, arrivando a 229 miliardi.
Il budget militare cinese risulta così ammontare a ben 549 miliardi, ma tale cifra è ancora incompleta. Le spese non incluse nel bilancio attengono infatti a diverse forze paramilitari impiegate in tandem con le forze armate cinesi. Queste includono la Polizia Armata del Popolo, recentemente riorganizzata sotto la Commissione Militare Centrale, il più alto organo di difesa del paese. Poiché il bilancio per tale forza non è più reso pubblico, l’AEI stima quest’ultimo applicando alla cifra calcolata dall’IISS nel 2017, ossia 30 miliardi, il tasso di crescita delle spese militari cinesi, pertanto, la presente cifra viene stimata a 45.2 miliardi.
A questi vanno aggiunti I 2.1 miliardi per la Guardia Costiera, sempre più integrata a livello operativo con la marina del paese, il budget per la ricerca aerospaziale, caratterizzata da una labile distinzione tra usi civili e militari, pari a 21 miliardi e le spese per le pensioni, stimata a 46 miliardi. Infine, vanno incluse le spese per la costruzione di installazioni militari e le importazioni, 1.8 miliardi e le spese per la ricerca e lo sviluppo. Il 45.3% di tali risorse è infatti destinato ad agenzie sconosciute, molte delle quali presenti nel settore della difesa. La spesa in questo settore ammonta ad un totale di 45.8 miliardi.
Le implicazioni
Il totale complessivo della spesa militare cinese ammonta quindi a 710 miliardi di dollari, ossia il 96% del presente budget militare americano. Sebbene la spesa per la difesa statunitense sia nominalmente la più alta della storia, la percentuale del PIL ad essa destinata è in realtà una delle più basse di sempre. In virtù di ciò, è possibile desumere una fortissima crescita relativa del budget militare cinese rispetto a quello statunitense, con grave pregiudizio per gli interessi di Washington.
La principale minaccia per gli Stati Uniti risiede tuttavia nella maggiore capacità della Cina di concentrare le proprie risorse in un’unica regione geografica, l’Indo Pacifico. Le forze armate americane infatti rimangono certamente superiori in termini complessivi a quelle cinesi, tuttavia esse sono chiamate a difendere gli interessi di Washington in molte regioni del globo. Viceversa, Pechino è chiamata a proiettare la propria potenza in una sola area geografica, disponendo quindi di un notevole vantaggio comparato.
Sebbene gli Stati Uniti siano consci del fatto che il reale budget militare cinese sia nettamente più elevato rispetto alle cifre rilasciate pubblicamente, il recente rapporto annuale sulla potenza militare cinese rilasciato dal Pentagono non include stime in tal senso. A tal proposito, l’AEI ritiene che sia opportuno che levare agenzie federali statunitensi inizino a fornire ai policymakers statunitensi stime più precise delle reali spese militari cinesi, al fine di garantire un adeguato ammontare di spesa volto a far fronte alla crescita della capacità militari di Pechino.
I ricercatori del think tank ritengono pertanto che la decisione del Congresso di inserire nel National Defence Authorization Act dell’anno fiscale 2024 di inserire uno studio comparativo sul budget militare cinese rendendone pubblici i risultati.
Decisione che indica la volontà degli Stati Uniti di modulare la propria postura militare nell’Indo Pacifico sulla base della crescita militare cinese, in particolare alla luce delle indiscrezioni secondo cui il Segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping vorrebbe che le sue forze armate fossero pronte per invadere Taiwan entro il 2027.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.