"Si prepara ad attaccarci": l'altolà dei golpisti del Niger a Macron

L'annuncio arriva in un comunicato trasmesso in televisione. La replica di Macron: "Non riconosco la legittimità della giunta"

"Si prepara ad attaccarci": l'altolà dei golpisti del Niger a Macron
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Continuano a salire la tensione in Africa occidentale. Domenica 10 settembre, la giunta del Niger ha pubblicamente accusato la Francia di schierare truppe nei Paesi vicini, come parte di un possibile intervento militare in concerto con l’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale).

Nel comunicato, trasmesso in televisione durante la notte, i golpisti hanno chiesto “un parere nazionale e internazionale per testimoniare le conseguenze di questo atteggiamento aggressivo, subdolo e sprezzante adottato dalla Francia”. È stata anche ribadita la richiesta del ritiro dei 1500 soldati di Parigi ancora schierati nel Paese, un elemento di forte tensione tra i due ex alleati.

Il presidente Emmanuel Macron, come riportato da Reuters, ha sottolineato il fatto che non riconosce “nessuna legittimità nella dichiarazione dei golpisti”. Per quanto riguarda le truppe francesi, l’inquilino dell’Eliseo ha affermato che “se dovessimo rischiararci, lo farei solo dopo una richiesta del presidente Bazoum”. Non ha però commentato in modo diretto le accuse di Niamey su un coinvolgimento di Parigi nei piani dell’Ecowas.

Le relazioni tra la Francia e la sua ex colonia si sono raffreddate da quando il governo di Macron ha dichiarato illegittimo il colpo di Stato del 26 luglio 2023, durante il quale l’esercito ha deposto il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum. Come le giunte del Mali e del Burkina Faso, i golpisti hanno interrotto la lunga collaborazione militare con Parigi, focalizzata al contrasto del terrorismo islamico nella regione.

Nelle settimane successive alla presa di potere dei militari, i Paesi dell’Ecowas hanno imposto pesanti sanzioni su Niamey. A fine agosto, i governi della Comunità economica si sono dichiarati pronti ad intervenire militarmente in Niger nel caso di un fallimento della diplomazia. “Abbiamo deciso che questo colpo di Stato è uno di troppo per la regione. Questa volta lo fermeremo”, ha detto Abdel-Fatau Musah, commissario dell’Ecowas per le questioni politiche, la sicurezza e la pace. “Stiamo tracciando una linea nella sabbia. Abbiamo anche deciso un D-Day, ma non riveleremo la data”.

Ad oggi, i colloqui per una soluzione pacifica sono ancora in corso.

Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha proposto un periodo di transizione di nove mesi per il ritorno ad un’amministrazione civile, in risposta a quella nigerina di tre anni. L’avvertimento dell’Ecowas, però, è arrivato forte e chiaro: “Non intendiamo prendere parte a trattative infinite”.

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