"Sarò presidente di tutti". L'europeista Maia Sandu vince le elezioni in Moldavia

Prosegue il sogno europeo della Moldavia con la rielezione della presidente uscente, mentre fioccano le accuse di brogli e frodi elettorali. Il plauso dei suoi omologhi e colleghi europei

"Sarò presidente di tutti". L'europeista Maia Sandu vince le elezioni in Moldavia
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Era quasi mezzanotte in Italia quando Maia Sandu, capo di Stato uscente e candidata filo-Ue in Moldavia, ha rivendicato la vittoria al ballottaggio delle presidenziali contro il rivale Alexandr Stoianoglo. Tutta una notte, poi, per confermare il risultato.

Il bis di Sandu

Un cursus honorum di tutto rispetto quello di Sandu, che ha portato un Paese ex-sovietico ai margini dell'Europa al centro del dibattito sull'allargamento ulteriore dell'Unione a est. Una scalata che ora può mettere in cassaforte, attestandosi fra i leader europei come prima inter pares, incassando la vittoria al secondo turno delle presidenziali. Eletta con il 55% dei voti contro un rivale filo-russo, la 52enne ha saputo correggere il deragliamento apparente del suo progetto europeo dopo che, il 20 ottobre scorso, il referendum sull'adesione all'Ue ha visto vincere i "sì" ma in maniera risicata. "Voglio che sappiate che ho ascoltato tutte le voci, comprese quelle critiche", ha dichiarato nel suo discorso della vittoria, promettendo di essere la presidente di "tutti" in un Paese molto segnato da tensioni e divisioni.

Sandu denuncia un "attacco senza precedenti"

Secondo la Commissione elettorale centrale, con oltre il 99% dei voti scrutinati al secondo turno, Sandu ha ottenuto il 55,03% dei voti. Il suo concorrente, l'ex procuratore generale Stoianoglo, si attestava a poco meno del 45%. Parlando presso la sede del suo partito Azione e Solidarietà nella capitale Chișinău, Sandu ha adottato un tono conciliatorio e ha affermato di aver ascoltato sia coloro che avevano votato a suo favore che coloro che avevano votato contro di lei, aggiungendo che la sua priorità nei prossimi anni sarà quella di essere una presidente per tutti i moldavi. Non si è risparmiata accuse, sebbene molto generiche, contro chi ha remato contro il suo risultato, affermando che il voto del suo Paese ha subito un "attacco senza precedenti" attraverso presunte manovre tra cui denaro sporco, acquisto di voti e interferenze elettorali "da parte di forze ostili esterne al Paese". "Avete dimostrato che nulla può ostacolare il potere del popolo quando sceglie di esprimersi attraverso il voto": così si è complimentata con i suoi concittadini.

Chi è Maia Sandu

Nata sotto l'ex Unione Sovietica nel villaggio di Risipeni, al confine con la Romania, ha visto il suo Paese raggiungere l'indipendenza nel 1991. Laureata in Management e Relazioni internazionali, ha iniziato la sua carriera nelle retrovie del ministero dell'Economia ma, delusa dai fallimenti della Moldavia, ha proseguito la sua carriera presso la Banca Mondiale. Sono passati quattro anni da quando Sandu è diventata la prima donna a guidare Chişinău, incastrata com'è tra la Nato e la sfera d'influenza russa. Il suo obiettivo, infatti, è stato fin da subito quello di conciliare queste due anime del Paese, tra normalizzazione con l'Europa e la presenza di Mosca. Poi è arivata la guerra in Ucraina, con il suo carico di tensioni al ridosso dei propri confini: da allora Sandu ha cercato di spingere ulteriormente per portare 2,6 milioni di moldavi quanto prima nella famiglia europea. Sandu ha chiesto l'adesione del suo Paese all'UE dopo che la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell'Ucraina nel 2022: i negoziati di adesione si sono aperti formalmente a giugno. Figura discreta, profilo timido ma decisionista e determinata nel difendere un "percorso di trasparenza" per il suo Paese di fronte alle interferenze di Mosca.

Come già accaduto in Georgia, Mosca è stata accusata di cercare di influenzare gli elettori, nonostante seguiti a respingere le accuse.

Domenica le autorità moldave hanno denunciato "attacchi, provocazioni e tentativi di destabilizzazione", mentre la polizia riferisce di stare indagando sul presunto uso da parte della Russia di "trasporti organizzati" in Bielorussia, Azerbaigian e Turchia per consentire a persone residenti in Russia di votare presso le missioni moldave in quei Paesi. L'affluenza alle urne è stata più alta rispetto al primo turno del 20 ottobre, quando Sandu si era imposta con il 42,5% e il secondo classificato Stoianoglo aveva ottenuto il 26%.

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